TORRE BOLDONE – Silvia e il nubifragio: “Ero a letto, alle 4, fuori in strada, acqua, tronchi e sassi. Non ho avuto paura ma mi sono sentita svuotata e impotente. Ho dovuto buttare tutto: divani, libri, mobili…”

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di Roberta Treu

Quello che resta poi, è la paura.  L’inquietudine è una presenza costante, nelle giornate successive. Alla sera poi, coricandosi, ci si chiede come fare per affrontare le incombenze del giorno seguente. La routine quotidiana che prima veniva talvolta etichettata come noiosa e detestabile, viene a mancare e le azioni di tutti i giorni ora sono difficili da compiere. La sensazione è di stravolgimento profondo. La percezione dell’impotenza umana di fronte alla natura, fa sentire piccoli ed insignificanti.

La mattina del 9 settembre, gli abitanti di Torre Boldone si sono svegliati e hanno visto le loro certezze scorrere per le strade del paese, sommerse da un fiume di fango e detriti.

La Seriola e il Gardellone, le rogge storiche che attraversano per lungo e per largo il paese, hanno rotto gli argini a causa della pioggia torrenziale delle ore precedenti e hanno invaso scantinati e vite degli ignari cittadini addormentati.

A giorno ormai fatto, le vie erano imbrattate da un’immensa spennellata fangosa punteggiata da grandi pozzanghere. Sugli pneumatici delle auto parcheggiate dalla sera prima, si scorgevano i segni sporchi lasciati dall’acqua. “Ci è andata bene”, ammettono gli abitanti del Condominio Borghetto, vicino a piazza Del Bersagliere. Proprio lì a fianco corre la Seriola e la piena ha evitato la rampa dei garages per un soffio. A testimonianza di quanto la disgrazia fosse passata lì vicina, melma e detriti di legna rendevano il piazzale inaccessibile.

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