Sono da poco passate le 18 di un giorno di metà ottobre, il via vai in macelleria non si ferma. Al bancone si lavora alacremente, come sempre, tra sorrisi e consigli. Qui, la macelleria Bettoni c’è da 50 anni tondi, era il 1974 quando apriva i battenti ma già da molti anni prima il commercio di carne era nel dna di questa famiglia quando Fortunato Bettoni (nonno di quel Fortunato Bettoni che nel 1974 ha aperto la macelleria, già, si chiamano tutti e due Fortunato) commerciava bestiame e ‘consumava le suole delle scarpe andando in Trentino a piedi’, come racconta Fortunato, 77 anni ben portati, mentre prepara la carne per i clienti. Una passione che parte da lontano, lontanissimo, e che continua anche ora con il figlio Maurizio che ci racconta questo mondo dove genuinità, qualità e passione fanno la differenza. Un bancone immenso, appena si entra si respira un’aria famigliare, dietro il bancone praticamente l’intera famiglia di Fortunato (tranne la figlia) e qualche dipendente. Fortunato è uno spasso: “Che carne mangio io? Il bollito, io amo il bollito, e poi quando si fa il bollito c’è anche un bel brodo che serve sempre per fare un risotto”. Il figlio Maurizio annuisce: “L’altro giorno ho disossato due pezzi per fare il tomahawk e col pezzo che ho disossato ho fatto il bollito la sera”.
ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 18 OTTOBRE