Mi incontro per caso, davanti allo specchio. Sfioro gli anni e gli anni invece non mi sfiorano. Mi mettono ko e mi fregano. Mangiano popcorn e coca cola e mi guardano inseguirmi e non raggiungermi. Dentro questo tempo che mi assorbe dichiaro pace con il mio respiro.
Inspiro carezze che non ho e parole dolci che mi ripeto ed espiro armi, pallottole di cattiverie e stormi di voli senza senso. Tengo dentro me la meraviglia. O cerco di farlo.
Inspiro campi di grano appena falciati ed espiro le falci senza campi. Inspiro amicizie perdute lungo una vita che va troppo veloce ed espiro conoscenze senza senso che mi lasciano nudo il cuore. Tengo nello zaino semi di fiori di non so che colore, ma è bello sapere che sono semi, che sono all’inizio, e non alla fine, che sono come albe e non come tramonti.
Tengo nello zaino un libro di poesie erotiche di Neruda e un piccolo Vangelo, che cosa c’entrano tra loro non so. Ma fanno da scudo al mio cuore stanco. Non ho mai imparato a lavorare, a dipingere, a fare pace con me, a coltivare mirtilli. Ora vorrei fare altro. Magari fare questo. Forse anche questo. Arrivare a inspirare bellezza. Ed espirare ancora bellezza. In una sorta di armistizio col cielo. Che mi guarda e mi dichiara pace pure lui. Ne ho bisogno.