Cristina Bettoni
Il Cristianesimo nell’Italia “minore” si diffuse tardi, ed anche i locali fatti per preghiere e riti tipici della nuova religione stentarono a diffondersi.
Sul Sebino, privo di strade se si escludono i sentieri a mezza costa, non esistevano chiese o luoghi di culto adatti per celebrare i riti che già si erano imposti nelle città come Milano, che nel corso del Trecento era stata governata da Sant’Ambrogio.
La necessità di una chiesa era dunque molto sentita dalla popolazione, scarsa ma tuttavia interessata a trovare un luogo chiuso e coperto per le funzioni religiose, in particolare da quando Carlo Magno, imperatore francese che regnava anche su gran parte dell’Italia del nord, si era fatto incoronare dal Papa.
Dal lago di Como e dintorni si erano già mossi i “Maestri Comacini”, architetti e costruttori di chiese (cui verrà poi dato il nome di “romaniche”) che diffusero lo stile “romanico” in tutta la parte centromeridionale dell’Europa. (Questo stile, che ha lasciato pregevoli costruzioni poi sostituite dal “gotico”, è diffuso ancor oggi in tutte le Regioni d’Italia).
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