E’ una serata di metà novembre, fuori è buio, proprio come quella notte d’estate tra il 24 e il 25 agosto del 2023 che si è inghiottita Andrea nel fiore dei suoi 17 anni. Andrea Dellanoce stava camminando sul marciapiede, le cuffiette per ascoltare la musica nelle orecchie come faceva sempre nelle sere d’estate prima di rientrare a casa da mamma Barbara e andare a dormire. Quella notte Andrea a casa non ci è tornato, è stato investito da un furgone a San Felice, frazione di Endine, in via Cavenaghi, a una manciata di metri da casa.
“Erano più o meno le 23:20 quando è passato da casa – spiega mamma Barbara -, ha deciso di accompagnare una mia amica, che lui chiamava zia, che abita dopo la strettoia per andare a Monasterolo. L’ha salutata, le ha detto ‘ci vediamo domani’ poi ha proseguito il suo giro sul lago fino al vecchio campo sportivo e da lì è tornato indietro, invece di fare il lungolago è andato sul marciapiede”.
Quel domani con cui ha salutato l’amica di famiglia per Andrea non è più arrivato, lì, sul quel marciapiede si sono spenti per sempre i suoi sogni: “Non sapevo nulla, ho sentito le sirene dell’ambulanza e l’ho chiamato subito. Il telefono squillava, non mi ha risposto, ma di solito mi richiamava lui visto che ascoltava sempre la musica… la chiamata però non è mai arrivata e mi si è gelato il sangue. Nel frattempo mi sono affacciata alla finestra e ho visto un amico che stava venendo a chiamarmi; mi ha detto di correre perché avevano investito Andrea e lo stavano rianimando. Sono scesa subito in strada, quando l’ho visto, anche se sembrava che non si fosse fatto nemmeno un graffio se non per una frattura alla gamba destra, ho capito subito che non c’era più niente da fare. Mi sono sentita morire”.
Un colpo dritto al cuore: “In quel momento ho perso l’unico figlio ed è stato come se una parte di me fosse andata via con lui… era la mia metà. Quante persone mi dicono che siamo due gocce d’acqua e che in me vedono Andrea, da una parte questo mi solleva e mi fa stare bene perché tiene vivo il suo ricordo, dall’altra è difficile sopportare che lui non sia più qui con me”.
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