Del Friuli, la terra delle sue radici, Carmela Rigo, 78 anni, conserva tanti ricordi legati agli affetti famigliari ma anche la memoria di una vita durissima: “La mia era una famiglia numerosa, eravamo poveri, mezzadri, si lavorava la terra sgobbando come bestie e bisognava sempre dividere quel già poco profitto a metà col padrone…Si lavorava fin da piccoli, ricordo la mamma che mi insegnava a rincalzare il mais quand’ero ancora alle elementari, la fatica che facevo anche solo a reggere la zappa. Quando dici ‘Friuli’ tutti pensano a Pasolini, ma lui era un friulano di pianura, in montagna, come al mio paese, era tutto più difficile…”
Un paese con tante piccole frazioni che Carmela deve abbandonare a quindici anni, quando anche lei – come tante altre ragazze tra cui una sorella già ‘andata a servizio’ a Milano – deve partire per a Varese, per servire in casa di un ricco avvocato:
“Mi si aprì un mondo sconosciuto, e tante incombenze di cui nemmeno sospettavo l’esistenza: dare la cera ai pavimenti, per esempio, mentre io la cera per i pavimenti non sapevo nemmeno cosa fosse…E dormire in un lettuccio in uno sgabuzzino, non poter mai riposare né tantomeno avere qualche giorno libero: quando mi permisero di andare a Milano per una giornata a trovare mia sorella e persi il treno del ritorno a Varese accumulando un po’ di ritardo, fui rimproverata e castigata aspramente….”.
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