“Quella della casa funeraria è un’idea che avevo in mente da tempo e rappresenta non solo un nuovo servizio fornito alle nostre comunità, ma anche una visione che evolve verso nuove esigenze, pur restando fedele ai valori radicati nella nostra agenzia di servizi funebri”.
Patrick, 50 anni, rappresenta la seconda generazione della famiglia Scandella e dal 1997 gestisce l’azienda avviata 44 anni fa da suo padre.
“Mio papà Antonio è stato innovativo, perché partendo nel 1980 da impresario edile, ha portato avanti il progetto dell’impresa di onoranze funebri, facendo sacrifici e rinunce. Perché questo è un mestiere di rinunce, se lo si vuole fare in una certa maniera, con professionalità, andando incontro ai bisogni delle famiglie, cercando di essere loro vicini e di sollevarli da certe incombenze burocratiche nei momenti in cui piangono la scomparsa di un loro caro. È un mestiere che va fatto con rispetto verso gli altri. E io, seguendo l’esempio di mio padre, ho sempre cercato di farlo nel miglior modo possibile. Io reputo infatti il nostro lavoro una missione, per tutto quello che significa in termini di professionalità, serietà, educazione, riservatezza, discrezione ed empatia con le famiglie. L’impresario funebre entra nella casa delle famiglie e, secondo me, quando uno ti apre la porta di casa è come se ti aprisse la sua vita quotidiana; sta poi a te lavorare con il massimo rispetto e la massima coesione tra quelle che sono le esigenze di una famiglia e quella che è la tua capacità di lavoro”.
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