Il tempo è grigio, piove e c’è un po’ di nebbia. Ma in questa mattina del 6 gennaio, giorno dell’Epifania, ad Alzano Lombardo è come se ci fosse il sole. Viene infatti inaugurata, dopo cinque anni dall’apertura del cantiere e dopo alterne vicende, la nuova scuola dell’infanzia “Arca di Noè, immersa nel parco di Villa Paglia. Nel modernissimo edificio c’è la folla delle grandi occasioni: tantissimi bambini e genitori, il corpo bandistico, gli immancabili Alpini, le maestre, i consiglieri comunali e gli assessori, esponenti politici, autorità civili, militari e religiose. E tanti cittadini che, pur non avendo figli o nipoti che vanno alla scuola Materna, vogliono vedere da vicino questo nuovo edificio.
Fa gli onori di casa il sindaco Camillo Bertocchi che non nasconde la sua gioia: “Siamo molto soddisfatti”. Davanti a lui si siedono diversi bambini, una piccola parte dei 125 che a partire dal giorno successivo, martedì 7 gennaio, iniziano a utilizzare e a far vivere la nuova scuola dell’infanzia. Ogni bambino ha un suo palloncino bianco o argentato. E, ogni tanto, qualche palloncino sfugge al controllo e vola verso il soffitto; ci pensa quindi qualcuno dei giovani travestiti da cane, tigre, maiale e giraffa a riprendere i palloncini sfuggiti e ridarli ai bambini.
Un cantiere complicato
Facciamo però un passo indietro di qualche anno. Proprio otto anni fa, sul primo numero di Araberara del 2017, il sindaco Bertocchi, commentando l’approvazione da parte della sua Giunta del mega progetto preliminare per la costruzione di una nuova scuola dell’infanzia nel parco di Villa Paglia, l’aveva definita la più importante opera pubblica del suo mandato. Sono poi passati lunghi mesi dedicati alla ricerca dei fondi necessari e all’iter burocratico che, in questi casi, è sempre molto lungo. Poi, finalmente, il 13 dicembre 2019 (la scelta del giorno dedicato a Santa Lucia non era stata casuale) veniva posata la prima pietra. In seguito, ecco che seri problemi sono però sorti e la costruzione dell’edificio scolastico ha subito un forte rallentamento e un aumento dei costi a causa dei ritardi e degli inadempimenti rilevati sul primo appalto, condizioni che hanno comportato la risoluzione contrattuale con l’impresa che si era aggiudicata i lavori. Il lungo stop aveva fatto parlare di ‘cantiere maledetto’ (i danni richiesti dall’Amministrazione alzanese assommano a ben 5 milioni di euro e il Comune confida che la giustizia glieli riconoscerà, condannando i responsabili dei danni). Poi, però, i lavori sono ripartiti e il risultato finale è sotto gli occhi di tutti.
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