PARRE – Quel mega campo fotovoltaico di cui nessuno sa niente e che sta per nascere a Parre: “Nell’unico grande prato pianeggiante del paese…”

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    (Dal numero del 21 giugno 2024) C’è un grande prato verde dove nascono speranze…’, Gianni Morandi canta così, ma qui la canzone c’entra poco, o forse c’entra perché il prato verde è davvero grande come quello della canzone, ma al posto delle speranze, stanno per nascere pannelli fotovoltaici. Siamo a Parre, zona Smusen, uno dei polmoni verdi di Parre: “L’unico prato pianeggiante della zona”, commentano Luigi Scainelli e Gianluigi Pellizzari: “Un progetto che a breve verrà realizzato ma nessuno sa niente, tutto regolare, ci mancherebbe, però forse sarebbe stato meglio condividerlo con la popolazione visto che riguarda un polmone verde pianeggiante e si potevano valutare anche altri posti, per esempio sopra le aziende interessate, per posizionare i pannelli”. Il progetto verrà realizzato da due colossi dell’economia locale, la Scame Parre e le Officine Meccaniche di Ponte Nossa, anche qui due polmoni, ma appunto economici, della zona. L’intervento prevede la realizzazione di un campo fotovoltaico, a terra a ‘filari’ modulari e paralleli: “Progetto già approvato e che partirà a breve – raccontano Scainelli e Pellizzari – non ci sono fondazioni in calcestruzzo o altro, quindi totalmente reversibile, facile da assemblare e senza opere definitive, con cabine prefabbricate. Progetto che usufruisce di importanti incentivi e che dovrebbe permettere alle due aziende di produrre direttamente tutta l’energia che serve per far funzionare le due ditte. Tutto legittimo per carità, niente da dire, anzi, è comunque energia rinnovabile, già, però solitamente con opere di questo tipo qualcosa al pubblico si fornisce, parcheggi pubblici piuttosto che installazione di pannelli su strutture pubbliche o altro, qui niente di niente. E tra l’alto il tutto è passato sottotraccia, nessuno a Parre sa di questo progetto”. Nel progetto i realizzatori spiegano che: “L’inserimento dei pannelli fotovoltaici a moduli, ordinato a filari e che seguono l’andamento del terreno, ha l’obiettivo di ottenere un manufatto ordinato e permeabile alla vista e alla luce per non ridurre la percezione della fascia boscata-alberata, consentire all’erba ed al prato di vivere, consentire il pascolo di specie ovine”, insomma: “L’intervento è reso non visibile da luogo pubblico con le azioni di compensazione, l’intervento è reso mimetico nella recinzione a cabina elettrica, è reso permeabile per la disposizione dei pannelli, non intercetta campi visivi, è totalmente reversibile in futuro”.

    Insomma, nessun impatto ambientale: “Ma il punto è un altro – concludono i due – non c’erano alternative? Proprio nell’unico prato pianeggiante rimasto si va a realizzare un impianto di questo tipo? E poi perché tutto è tenuto sotto traccia? Forse discuterne con la popolazione sarebbe stato meglio”.