A morire ragazzi extracomunitari appartenenti ai ceti meno abbienti. L’annegamento è la terza causa di morte per i giovani sotto i 24 anni

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L’annegamento è la terza causa di morte per i giovani sotto i 24 anni. i dati col passare degli anni non diminuiscono, anzi, aumentano. L’annegamento provoca tragicamente oltre 236.000 vittime ogni anno nel mondo. Più del 90% dei decessi per annegamento si verifica nei paesi a basso e medio reddito, con i bambini di età inferiore ai 5 anni a più alto rischio. In questi giorni sul lago di Endine altri due ragazzi sono morti, un 17enne africano che si era buttato in acqua per rinfrescarsi un po’ nella zona di Monasterolo e un 32enne di origini sudamericane che si era tuffato nella zona di Ranzanico dal pedalò che aveva noleggiato co la compagna e la figlia della compagna. La fascia di età con il numero di decessi più alto per annegamento è quella fra i 15 e i 19. Nel mondo, i tassi più alti di annegamento riguardano i bambini di età compresa fra 1 e 4 anni, seguiti dai bambini di 5-9 anni di età. Nella Regione del Pacifico occidentale, i bambini di età compresa fra i 5 e i 14 anni muoiono più frequentemente per annegamento che per qualsiasi altra causa. Nel lago d’Iseo le morti negli ultimi anni sono state tantissime, a Castro ad agosto dello scorso anno una donna di 54 anni, era annegata nel tratto verso Solto Collina, nella zona di Grè. La donna era straniera. Qualche tempo prima Umer Y, di origini pakistane residente a Monticelli Brusati, vicino a Iseo, aveva noleggiato la piccola imbarcazione con un amico al lido Sassabanek, Iseo.  Ha fatto alcuni tuffi, ma all’improvviso non è più riemerso dall’acqua. Sempre in quei giorni, sempre a Iseo, un turista tedesco di 22 anni era entrato in acqua per fare il bagno e non era più riemerso. I suoi effetti personali sono rimasti a riva. Il corpo è stato ritrovato qualche giorno dopo. E si potrebbe andare avanti a ritroso all’infinito a raccontare storie di tragedie probabilmente evitabili ma che costellano le estati del lago d’Iseo e del lago di Endine. I dati resi disponibili da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e dall’Oms ci parlano di una strage silenziosa, di cui sono vittime soprattutto ragazzi maschi (in misura doppia rispetto alle femmine), spesso di origine extracomunitaria e/o appartenenti ai ceti meno abbienti. L’Oms e l’Iss hanno già da tempo lanciato l’allarme: i rischi maggiori sono nelle acque interne – quindi proprio laghi, fiumi e canali – ma anche nei tratti di mare non sorvegliati. Secondo Oms e Iss alcuni fattori sono associati a un aumentato rischio di annegamento: lo stato socioeconomico inferiore, l’appartenenza a una minoranza etnica, la mancanza di istruzione secondaria, il fatto che i bambini vengono lasciati incustoditi, o soli con un altro bambino, vicino a corsi d’acqua e a laghi; incidono anche l’uso di alcool così come condizioni mediche peculiari, come l’epilessia.

 

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