Accuse di riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e sfruttamento del lavoro La cooperativa di Padre Antonio Zanotti ad Antegnate. Indagati altri preti

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E’ il 20 settembre 2017, un’educatrice di 26 anni di Fontanella, appena assunta dalla cooperativa sociale Rinnovamento subisce una violenza sessuale da parte di un ospite della Sierra Leone, poi fermato dagli altri profughi e arrestato. I carabinieri partono da qui per scoprire moltissime altre cose, un’indagine lunga e complessa che ha portato a tre arresti e accuse pesanti che riguardano gran parte dei luoghi dell’accoglienza a Bergamo, dalla Caritas al Patronato San Vincenzo e la Cooperativa Ruah.
Il primo filone riguarda la cooperativa Rinnovamento e in particolare padre Antonio Zanotti, 73 anni, che era finito già sulle cronache nel 2018 per ricatti sessuali a un ragazzo della sua cooperativa. Zanotti è ai domiciliari, agli arresti anche la presidente della Coop Anna Maria Preceruti, 58 anni, di Antegnate e l’economo Giovanni Trezzi, 39 di Crema.
Il pubblico Ministero Fabrizio Gaverini aveva chiesto il carcere. Chi indaga è convinto che abbiano usato i centri di accoglienza come una macchina per fare soldi. Intercettazioni telefoniche e filmati in cui taroccano fatture e si dividono denaro alle spalle di disperati a cui davano anche cibo scaduto.
Nelle intercettazioni si parla anche di frutta fresca che sarebbe costata troppo, meglio cibi scaduti. 126 mila euro è la somma illecita calcolata per la quale è stato disposto il sequestro ai fini della confisca. Sono molti i documenti sequestrati nel blitz della sede legale a Romano di Lombardia e dall’analisi di quei documenti si capiranno tante cose. Sono stati bloccati alcuni conti correnti e un immobile che è utilizzato come negozio di oggetti etnici a Bergamo e da cui è partita l’accusa di riciclaggio.
Le accuse, oltre al riciclaggio sono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, sfruttamento del lavoro e all’inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Per la Caritas e la Ruah in aggiunta c’è anche l’accusa di turbativa d’asta, per Caritas e Ruah nessuna richiesta di misura cautelare ma avvisti di garanzia a 38 indagati per un’indagine che riguarda una ottantina di persone.
Il promotore dell’associazione sarebbe secondo gli inquirenti don Claudio Visconti per episodi contestati dal 2017 a settembre 2018 quando è stato sostituito da Don Roberto Trussardi. Come per la cooperativa Rinnovamento la truffa aggravata riguarda il contributo di 35 euro al giorno per ogni immigrato. Attraverso l’associazione Diakonia e la Ruah, insieme ad altri indagati, avrebbe percepito in maniera illecita 50 mila euro, comunicando alla Prefettura di Bergamo una data di uscita dal centro di accoglienza successiva rispetto a quella reale oppure l’accoglienza di ospiti che in quel momento erano a lavorare altrove e dunque non potevano usufruire del servizio.
Sul registro previsto per legge le firme di alcuni immigrati sarebbero state contraffatte.
E sarebbero anche state presentate fatture false con spese mai sostenute. Il filone che riguarda lo sfruttamento del lavoro non vede coinvolto don Visconti ma altri nomi eccellenti come quello di Don Davide Rota, direttore del Patronato e del parroco di Longuelo, don Massimo Maffioletti. Sono accusati di avere reclutato sei immigrati nel centri di accoglienza della Ruah e di averli utilizzati “in condizioni di sfruttamento, corrispondendo retribuzioni palesemente difformi dai contratti collettivi”, è scritto nell’ordinanza del gip Lucia Graziosi. La presunta turbativa d’asta è legata all’assegnazione dei posti del servizio Sprar al Comune di Bergamo.
Con don Visconti, tra gli indagati a cui viene contesta l’associazione a delinquere, ci sono, fra gli altri…

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