Aggressioni e minacce: 33enne in carcere

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I Carabinieri di Calcio hanno notificato ad un 33enne di origini albanesi, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bergamo. Al momento della notifica, lo stesso si trovava ristretto al Carcere di Bergamo per atti persecutori consumati a partire da settembre 2023 nei confronti di una diciassettenne. Per tale reato, il giovane era già destinatario di ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con l’applicazione del braccialetto elettronico, emessa dal Tribunale di Bergamo, provvedimento scaturito da un’indagine dei Carabinieri di Calcio  a seguito della denuncia da parte dei genitori della minore, abitante nello stesso comune dell’indagato, la quale, dal mese di settembre del 2023, aveva subito numerose condotte intrusive e persecutorie da parte del predetto, responsabile di aver creato alla stessa un perdurante e grave stato di ansia e di paura che le aveva ingenerato un forte timore per la sua incolumità fisica. In effetti, lo stalker, in più occasioni – seppur i genitori della minore gli avessero fatto intendere il forte disagio che la loro figlia stava vivendo per colpa sua – aveva continuato, imperterrito, a recarsi presso l’istituto scolastico della vittima per incontrarla e avvicinarla, era andato con cadenza pressochè quotidiana presso la fermata dell’autobus che conduce la minore a scuola, aveva lasciato dei post-it con scritto il proprio numero di telefono sul parabrezza del veicolo di famiglia della vittima, era salito sull’autobus che conduce la stessa da scuola a casa, avendola in un’occasione costretta a scendervi per rifugiarsi in un centro commerciale, aveva interloquito con i genitori della medesima riferendo loro a proposito della sua ferma volontà di conoscerla, non curante della minore età e senza temere l’intervento dei Carabinieri. Lo stalker, dopo alcune violazioni di tale misura, documentate dai Carabinieri, era stato tradotto in carcere su aggravamento della citata misura.

L’odierno provvedimento è stato invece emesso in quanto l’indagato si rendeva responsabile, nel mese di gennaio 2024, di una brutta aggressione ai danni dei due fratelli di 45 anni e 34 anni, e per il reato di atti persecutori consumati a partire da gennaio 2022 nei confronti di un vicino di casa 38enne e della moglie 34enne di quest’ultimo.

In relazione alla prima vicenda, un equipaggio della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Treviglio, a metà del mese di gennaio 2024, interveniva per una lite condominiale. Giunti sul posto i Carabinieri appuravano che il giovane, poco prima pretendeva di avere rapporti sessuali con una condomina. Al diniego della donna, il medesimo la offendeva e la ingiuriava minacciandola di aggredire il di lei marito 34enne. Impaurita, la vittima si rifugiava in abitazione e informava dell’accaduto il marito, che rincasava velocemente in compagnia del fratello 45enne. Non appena i due giungevano nei pressi dell’abitazione, venivano raggiunti nel cortile dall’indagato, il quale li aggrediva con un sasso in mano, colpendoli. Il 34enne riportava una frattura alla teca cranica.

Dopo tale intervento dei Carabinieri, alcuni abitanti della zona, da tempo impauriti dall’aggressività e dall’imprevedibilità del sospettato, trasferitosi da Chiari a Pumenengo, nell’autunno del 2022,  si aprivano raccontando ai militari dell’Arma alcuni più datati episodi di minacce e giornaliere condotte invadenti e persecutorie poste in essere dal medesimo nei confronti di alcuni residenti presso quel condominio, tra cui quello di una  donna 34enne che, dal gennaio 2022, aveva tollerato continue avances sessuali, gravi ingiurie ed offese, anche di fronte ai propri figli minori. L’indagato era arrivato a chiederle di consumare rapporti intimi con la minaccia di uccidere il marito 38enne se lei non avesse accettato. Anche il marito era poi oggetto di reiterate vessazioni, diventate nel tempo una vera e propria persecuzione. I due coniugi finalmente si convincevano a denunciare.

E così, i diversi elementi acquisiti grazie alle dettagliate deposizioni di vittime e testimoni, relativi ai numerosi eventi reato di cui l’indagato si era reso responsabile, ben riscontrati dai Carabinieri nel corso delle indagini, venivano ritenute idonee e sufficienti per l’emissione dell’odierna misura cautelare in carcere notificata al violento e pericoloso stalker.

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