Spesso Araberara dedica spazio a situazioni di desertificazione commerciale parlando di tante piccole realtà, soprattutto nei piccoli paesi, che abbassano la saracinesca a causa della concorrenza della grande distribuzione o dalle società di vendita on line. Vogliamo dedicare uno spazio ad un esempio positivo, di un piccolo negozio di paese che sopravvive, di un giovane che ha deciso di mettersi in gioco cambiando completamente lavoro e forse anche ritmi di vita. Nei mesi scorsi la comunità di Bossico è stata colpita da vari lutti, come tanti paesi della nostra Provincia; dei tanti ha fatto più clamore la morte di due coniugi del paese, a distanza di pochi giorni: Giuseppe Cocchetti (classe 1943) e Margherita Arrighetti (classe 1949). Anche il nostro giornale ha dato spazio alla notizia. Giuseppe e Margherita gestivano da una vita un piccolo market di paese, prospiciente la piazza principale, Piazza S. Pietro. Molte volte capitava di trovare Giuseppe armeggiare fuori dal negozio, caricando o scaricando la merce; Margherita accoglieva tutti con il suo sorriso solare che non veniva scalfito nemmeno dai tanti problemi della quotidianità. Poteva sembrare scontato che, dopo la morte dei titolari, il negozio venisse chiuso. Ha fatto invece piacere vedere che le redini dell’attività sono state prese in mano dal figlio Domenico, che ha abbandonato il lavoro di operaio alla Pedretti Serramenti, per iniziare questa nuova avventura. Domenico ci dice che una mezza idea di prendere in mano la gestione del negozio esisteva anche prima, ma per i genitori il loro lavoro rappresentava la quotidianità e toglierli dal loro negozio era praticamente impossibile. Passare dai serramenti al negozio è stata una cosa quasi naturale per un figlio vissuto fianco a fianco ai genitori, ma la cosa più ostica è stata la mole di burocrazia che ormai fa parte della quotidianità, e alla quale si fa fronte grazie alla collaborazione dei fratelli. Prima di aprire ufficialmente l’attività si è messo mano al negozio cercando di ringiovanirlo un poco e di riassortire anche l’offerta commerciale. Domenico esprime anche la sua soddisfazione per una stagione turistica che ha riportato in montagna il “turismo di una volta” nel senso che tanti appartamenti si sono riempiti di Milanesi, Cremaschi e Bergamaschi che, causa covid, hanno preferito la montagna al mare o a un viaggio all’est; tutta la montagna quest’anno ha vissuto un vero assalto riaprendo case chiuse da anni. Abbiamo chiesto a Domenico cosa manca secondo lui a Bossico e cosa si potrebbe fare per migliorare il Paese. A suo avviso manchiamo ancora di una vera mentalità turistica, esiste troppa frammentazione tra i gruppi spesso in contrapposizione tra loro, ci sono molte case che sono chiuse e nessuno si sogna di ristrutturarle per migliorare l’offerta turistica. Domenico con la sua scelta ha dimostrato che anche un giovane può mettersi in gioco abbandonando il posto fisso. Un piccolo paese di montagna quale Bossico, può continuare a vivere anche grazie a chi sa andare controcorrente senza arrendersi alle difficoltà, mantenendo un servizio di paese fondamentale come un negozio di prossimità.