Al 30 giugno tutti i lombardi vaccinati, ecco le date per fascia d’età

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Apriranno giovedì 20 maggio le prenotazioni delle vaccinazioni anti-Covid per la fascia 40-49 anni con somministrazione dai primi di giugno. Il giovedì successivo (27 maggio) toccherà alla fascia 30-39 e, infine, il 2 giugno potranno prendere appuntamento anche tutti gli over 16.

In questo modo, con un’ipotesi di 120.000 vaccinazioni al giorno, tutti i lombardi potranno ricevere la prima dose entro metà luglio.

E’ questo il calendario delle prossime aperture annunciato oggi in conferenza stampa dal coordinatore della campagna vaccinale lombarda, Guido Bertolaso, insieme al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e alla vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti.

“Aspettiamo ad aprire alle vaccinazioni per i 40-49enni – ha spiegato Bertolaso – perchè prima vogliamo vaccinare quelle categorie che ne hanno più diritto e che si sono già prenotate riempendo le nostre agende fino alla prima settimana di giugno.  Noi avremmo aperto ai 40-49 solo nel caso in cui le agende di fine maggio e della prima settimana di giugno fossero state libere, non complete”.

Bertolaso, in particolare, ha illustrato quanto sta accadendo in Italia dal 26 aprile quando il commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliulo, ha cominciato a dare alle regioni un ‘compito’ quotidiano, vale a dire un numero preciso di somministrazioni da eseguire.

La Lombardia rappresentando il 17% del totale nazionale riceve questa stessa percentuale di vaccini rispetto al totale distribuito in Italia.

Dalla stessa data, la Lombardia ha un target di somministrazioni da eseguire ogni giorno pari a 85.000. Numeri che, sostanzialmente, sono sempre stati raggiunti eccetto qualche calo fisiologico in corrispondenza dei week end.

Dal 26 aprile al 12 maggio l’Italia ha conseguito l’obiettivo di 7.569.257 somministrazioni a fronte di un target di 7.508.038, con un delta positivo pari a 61.219 somministrazioni, pari all’1%

“Dai numeri diffusi dal ministero – ha osservato Bertolaso – si nota però che il delta riguarda in modo particolare la Lombardia che ha effettuato 163.914 vaccinazioni in più con un delta pari al 12%. Se la Lombardia non avesse lavorato con questo ritmo, il target non sarebbe stato conseguito a livello nazionale”.

Interessante anche il rapporto sull’andamento delle vaccinazioni della Lombardia rispetto all’Italia con numeri piuttosto interessanti rispetto alla fascia 60-over 90 anni. Si evince infatti che i non ancora vaccinati della fascia 60-69 in Lombardia sono il 35,4% rispetto al 50% medio in Italia. E ancora in Lombardia l’85,4% degli 80-89enni ha già completato l’intero ciclo vaccinale mentre la media italiana si assesta al 76,5%.

“Oggi fra l’altro – ha proseguito Bertolaso – abbiamo vaccinato anche gli ultimi 24 ultracentenari che ancora non erano stati raggiunti a casa. Non abbiamo intenzione di lasciare nessun lombardo senza vaccinazione. Se sarà necessario, anche con la collaborazione dell’Anci e quindi dei Comuni, andremo a cercarlo anche con la lente d’ingrandimento”.

VAX DAY – Bertolaso ha definito i ‘vax day’ che come “momenti che servono a cammuffare il fatto che non si riescono a fare prenotazioni secondo linea coerente e precisa. Vorremmo vaccinare anche tutti dipendenti aziende, ma non abbiamo un vaccino in più”.

SCELTA DEL VACCINO – “In molti – ha continuato Bertolaso – ci chiedono perchè in Lombardia non si possa scegliere il vaccino. Il motivo lo ha spiegato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dicendo che ci si vaccina con quel che capita, lo dicono tutti gli scienziati. Molti si sono vaccinati con Astrazeneca, pur avendo, presidenti e ministri, la possibilità di trovare una stradina parallela per vaccinarsi. E invece tutti hanno dato l’esempio. Allora chi dice che si deve poter scegliere va contro le direttive nazionali. Se l’avesse detto qualcun altro sarebbe scoppiata la polemica siccome lo fanno solo alcune realtà regionali tutti zitti allineati e coperti”.

“Ringrazio medici e infermieri – ha concluso Bertolaso – amministrativi, personale volontario, protezione civile e tutto il comparto sanitario che ha permesso di attivare una macchina con una tale capacità di fuoco”.

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