ALBANO S. ALESSANDRO – IL CASO – Quel pasticciaccio del sindaco/maestro… che alla fine restò solo

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Albano Sant’Alessandro? Ah, il paese del sindaco che ha nascosto una telecamera nel bagno delle maestre per un gioco erotico con la sua amante…”.

Sì, il paese bergamasco si è fatto conoscere in tutta Italia per quel ‘pasticciaccio brutto’ della telecamera (in realtà, una microcamera) che una insegnante delle scuole Elementari ha trovato nella toilette delle maestre. Autore della ‘bravata’ (chiamiamola così…) è stato nientemeno che il sindaco del paese, Maurizio Donisi, anche lui insegnante della scuola Primaria.

Il sindaco/maestro l’avrebbe messa nel bagno delle colleghe per una sorta di gioco erotico con la sua amante, anche lei insegnante. Peccato che ad entrare nel bagno ed a scoprire la microcamera è stata un’altra maestra, che ha denunciato il fatto. E ciò che è accaduto ad Albano ha fatto rumore ben oltre i confini comunali. C’è chi si è scandalizzato, chi ha ironizzato, chi ha fatto battute da bar.

Il risultato è che in tutta la penisola si è parlato di questo fatto degno del ‘Decamerone’ del Boccaccio, oppure delle commedie erotiche degli anni Settanta.

Perdonate l’ironia, ma vogliamo pubblicare quanto il primo cittadino aveva detto nell’intervista ad Araberara del 19 febbraio 2021: “Stiamo lavorando, anche, per migliorare il settore della sicurezza: abbiamo assunto un vigile in più, per arrivare ad un totale di sei vigili, e provvederemo all’installazione di altre telecamere all’interno del paese”.

Sì, “provvederemo all’installazione di altre telecamere all’interno del paese”. Anche se, ironia a parte, le telecamere di cui parlava erano ben diverse dalla microcamera installata all’interno del bagno delle maestre…

Di fronte alle contestazioni, l’autore del gesto si è giustificato affermando che si trattava di un semplice gioco erotico, una sorta di scherzo che non coinvolgeva gli alunni e che non avrebbe dovuto coinvolgere le colleghe. Tra lui, celibe, e l’amante, una donna sposata, ci sarebbe quindi stata una intesa. Peccato però che qualcosa è andato storto e che ‘il gioco’ è stato scoperto.

La dirigente scolastica ha formalizzato una contestazione disciplinare nei riguardi dell’interessato; a suo carico c’è anche l’ipotesi di reato di interferenze illecite nella vita privata, aggravato dalla funzione pubblica svolta al momento dei fatti.

Ma, più che l’aspetto penale della vicenda, quello su cui molti si interrogano è quello etico, trattandosi non di un semplice cittadino, ma di un insegnante che è pure sindaco, quindi colui che rappresenta il Comune…

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