ALBINO – il personaggio Alessandro Castelletti, consulente finanziario in pensione, ha fatto dei viaggi lo scopo della sua vita: “Amo i luoghi più sconosciuti ed irraggiungibili dal turismo”

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Da anni viene chiamato da associazioni e biblioteche a raccontare, con le parole e le immagini,  le scoperte e le emozioni che raccoglie nei luoghi più isolati e meno frequentati del mondo: di questi suoi viaggi decisamente insoliti ha fatto del resto lo scopo della sua vita, da quando, assolti tutti gli impegni di lavoro e di famiglia, può realizzare il grande sogno  che lo accompagna da sempre.

Alessandro Castelletti, classe 1949, nato a Ponte Selva  e residente ad Albino, ha lavorato nel settore finanziario ed assicurativo, è iscritto al CAI con il quale ha svolto il ruolo di consigliere ed accompagnatore di sci alpinismo, praticando  sci alpinismo e trekking per mezzo secolo ed ha svolto in passato anche il compito di assessore alle Finanze del suo Comune di residenza.

“Ho sempre  amato viaggiare, ma i viaggi che compio da quando sono in pensione, circa una quindicina d’anni, sono…un’altra cosa, dal momento che posso permettermi assenze da casa di un mese e a volte anche più: quando lavoravo ‘ferie’ così lunghe erano evidentemente impossibili…Mi sono proposto  di vedere  tutti i posti del mondo, quelli in cui non va nessuno, irraggiungibili attraverso i soliti itinerari turistici organizzati, finora ne ho visitati soltanto un centinaio perché molti di essi appartengono a territori in cui c’è la guerra, oppure sono tuttora pressoché sconosciuti ”.

Castelletti fa l’esempio del Mangistau, una zona del Kazakistan, sul Mar Caspio, che ha in mente di visitare ormai da due anni, ma che continua a rimanere ‘chiusa’ per  motivi politici.

“Ho iniziato con viaggi relativamente ‘semplici’, come i trekking in Himalaya e in Groenlandia, per poi raggiungere via via mète sempre più impegnative. Il turista e il viaggiatore sono categorie di persone completamente diverse: il turista  usufruisce di un’organizzazione e di tutti i servizi relativi, il viaggiatore invece no: deve sapersi adattare anche alle situazioni più strane, non pretendere nulla, non lamentarsi mai e sopportare i disagi che via via si presentano, accontentarsi di quello che trova, si tratti di cibo o di un giaciglio per dormire, aver fiato e buone gambe per le lunghe camminate…E deve anche avere un po’ di anticorpi e una buona dose di fortuna, come quella di non ammalarsi  quando è in giro. Infine, deve saper socializzare con tutti, soprattutto con le popolazioni che incontra le quali, con la loro cultura ‘diversa’ sono, insieme ai paesaggi, la fonte più importante di emozione e di meraviglia, perché la gente dei villaggi dove i turisti non hanno mai messo piede è sempre accogliente e cordialissima, spesso curiosissima di conoscere persone che ai suoi occhi sembrano  animali ‘strani’ perché non ha mai visto degli europei. Certo bisogna avere il rispetto più assoluto delle usanze e dei costumi locali, per esempio non fare fotografie a chi dimostra di non volerlo… e poi spesso basta dire che vieni dall’Italia: non so perché ma tutti, quando dici loro che vieni  “from Italy”, ti offrono ospitalità e simpatia”.

 

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