(AN-ZA) – Sarà il fatto di aver sentito spesso parlare di Aldo Moro negli ultimi tempi in occasione del 40° anniversario della sua uccisione, ma nel descrivere l’attualità della vita polica albinese possono venire alla mente certe espressioni tipiche della Prima Repubblica. Sull’ultimo numero di Araberara abbiamo parlato della “non sfiducia” (utilizzata una quarantina di anni fa per definire il terzo Governo guidato da Giulio Andreotti) a proposito dell’astensione dei consiglieri leghisti su un tema centrale come quello della scelta del nuovo gestore della raccolta differenziata; così facendo, i rappresentanti del Carroccio hanno tenuto in piedi la Giunta del sindaco Fabio Terzi, marcando però una differenza non di poco conto che ha fatto imbestialire il leader di Forza Italia Davide Zanga.
Adesso citiamo invece le famose “convergenze parallele”. Di cosa si tratta? In geometria due parallele non possono mai convergere sullo stesso punto, ma in politica questo può capitare quando due partiti avversari e diversi tra loro trovano un punto d’intesa su un determinato argomento, dando vita ad una alleanza più o meno durevole e solida (sta capitando anche a livello nazionale).
E di “convergenze parallele” se ne sono viste ad Albino, in particolare sull’annosa questione di Via Mazzini, la centralissima strada del centro storico oggetto di polemiche e discussioni.
Lunedì 21 maggio si svolge l’attesa assemblea pubblica per discutere dell’arredo urbano voluto dall’Amministrazione Terzi (in particolare dei famosi e contestati paletti) e, in generale, di come va “gestita” questa importante via. Ebbene, sull’assemblea pubblica richiesta dal gruppo di minoranza “Per Albino”, la maggioranza si era trovata divisa in Consiglio comunale (come descritto nell’articolo “Centrodestra uno e trino su Via Mazzini, la Lega mostra i muscoli e fa gioire gli Arancioni” su Araberara del 20 aprile). I consiglieri leghisti avevano votato insieme ai loro avversari “Arancioni”: prima “convergenza parallela”.
Su Via Mazzini, invece, si sono trovate d’accordo la maggioranza di centrodestra e l’altra minoranza albinese, quella del Movimento Cinque Stelle: seconda “convergenza parallela”. In effetti, i “grillini” di Albino si sono mostrati in questi anni non distanti dalle posizioni della Giunta Terzi
Fra un anno si tornerà alle urne per eleggere il sindaco del quinquennio 2019-2024. Zanga ha minacciato di rompere i legami con la Lega, Terzi cerca di tenere unita una coalizione che a volte sembra sul punto di sfaldarsi, il centrosinistra spera di cavalcare il malcontento di diversi cittadini su Via Mazzini… e i pentastellati cosa faranno? Daranno concretezza ad una “convergenza parallela” col centrodestra (o con una parte del centrodestra)? Ai posteri l’ardua sentenza!