Sono ormai dieci anni che è stata abolita la leva obbligatoria e le associazione d’arma cominciano a segnare il passo, sono ferme, alcune arretrano. Il numero dei soci sta diminuendo. La sezione di Bergamo ha dovuto risvegliare gli “alpini dormienti” – quelli che avevano fatto la naja nelle Truppe Alpine ma che non erano tesserati all’Ana – per mantenere con le unghie e con i denti un sostanzioso numero di soci. Gli ultimi dati degli iscritti danno 20.331 alpini e 6.599 soci aggregati (amici), ma il trend è in continua discesa, anche se Bergamo è tuttora la sezione d’Italia con più iscritti. Da precisare che essa è una tra quelle che copre l’intero territorio provinciale – Brescia, invece, ha tre sezioni – anzi, adesso, incamera anche i Gruppi dei comuni che sono stati aggregati alla provincia di Lecco (Calolziocorte, Carenno, Erve, Monte Marenzo, Torre de’ Busi e Vercurago). Gli alpini di quei comuni hanno rifiutato di unirsi alla sezione di Lecco con una semplice motivazione: «Noi siamo bergamaschi!»
La sezione è divisa in 4 Aree con responsabile, per ognuna, di un vicepresidente; le stesse sono articolate in Zone (28) con a capo un coordinatore dei Gruppi che ne fanno parte che a loro volta hanno un capogruppo ed un consiglio direttivo. (..)
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L’analisi della situazione è fatta dal direttore dello “Scarpone orobico” Luigi Furia.
SU ARABERARA IN EDICOLA PAGG. 8-9