ALTO SEBINO – Il primo Green Pass della storia è camuno, un certificato del 1746

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Vi invio la foto di una ‘Fede di sanità’, un certificato che nel 1746 (se leggo bene la data) permetteva a un cittadino della Valle Camonica di ‘andar a suo viaggio libero di ogni sospetto di mal contagioso’.

C’erano le pestilenze e bisognava difendersi dal contagio: com’erano fortunati, senza medicinali né vaccini!

Questi documenti sono stati in vigore per secoli nella Repubblica di Venezia e se si studiasse un po’ la storia si eviterebbero tante scene inutili; oggi di cosa ci lamentiamo?

Del resto se ci fosse in giro la peste, andremmo in giro tutti garruli e giulivi? No, ci proteggeremmo in ogni modo possibile. E allora mettiamoci l’anima in pace e rilassiamoci, col Green Pass”.

 

Questo il messaggio arrivato in redazione via mail. E il documento “Fede e sanità” in allegato. La firma del cultore di storia?    “Vi prego, se per caso pubblicaste, di mettere “lettera firmata”, evitando il mio nome, vista la follia degli odiatori da tastiera che minacciano di morte chi non la pensa come loro…”.

“Si parte da questa terra, per grazia di Dio, libero da ogni sospetto di mal contagioso, per andar a suo viaggio…” e quel tale  doveva portarsi dietro il documento di cui si forniva il fac simile con riportati gli anni di età, statura, compagnia e destinazione.

Insomma davvero un antenato cartaceo dell’attuale green pass. E nessuno poteva trasgredire l’ordine dei “Deputati Sanitatis Vallis Camonicae”.

Ma a onore di quelle genti non sta solo l’obbedienza alla legge e alle disposizioni sanitarie in tempo di pestilenza, sta anche il fatto che nessuno si sognò di gridare alla libertà di fare quello che si voleva.

Certo, non c’era la tv e la gente toccava con mano la disgrazia e a uno che l’avesse negata attribuendola a un “complotto mondiale” avrebbero dato del matto e basta.

L’accenno che il mittente di questo messaggio e di questo documento fa al fatto di temere  gli “odiatori” non è campato in aria e tanto meno gratuito.

In una recente trasmissione di “Carta Bianca” il fatto che la conduttrice abbia contestato il sostenitore che il Covid non facesse più vittime del fumo, negando l’evidenza drammatica che in queste settimane colpisce popolazioni di Stati che evidentemente non hanno fatto rispettare le regole e non hanno organizzato una vaccinazione di massa, ha provocato minacce di morte per cui adesso Bianca Berlinguer sarebbe sotto scorta.

Nè è valso che un famoso capo ultras (perché ormai tali sono) che in radio ogni giorno sosteneva quelle tesi sia finito in terapia intensiva e si sia clamorosamente ricreduto (e poi sia morto) o che un altro dei contestatori di Selvaggia Lucarelli a Roma sia morto nei giorni scorsi proprio di Covid.

Questa gente ha i suoi gurù, anche in Tv. Sospese alcune trasmissioni che per fare ascolti esaltavano appunto il dissenso, avvalorando di fatto ogni tipo di “bufale”….

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