La sua esperienza ad Alzano non è cominciata nel migliore dei modi. A due settimane dal suo arrivo in bassa Val Seriana, è stato ricoverato in ospedale per un problema di salute e ha poi trascorso qualche giorno di convalescenza a casa dalla sua famiglia. Ma ora don Giovanni Milesi è pronto a riprendere il nuovo cammino. Ordinato sacerdote nel maggio scorso, è stato destinato ad Alzano maggiore e Alzano sopra come nuovo vicario interparrocchiale, succedendo a don Tiziano Legrenzi.
Originario di Fuipiano al Brembo, frazione di San Giovanni Bianco, Giovanni è nato nel 1994. E ha cominciato da piccolo il suo cammino in Seminario. “Sono entrato nel settembre 2005, in prima media – inizia a raccontare -, avevo fatto gli incontri vocazionali l’anno prima. Il mio desiderio nasce anche prima: l’avevo detto ai miei genitori in terza elementare, l’anno della prima comunione”.
Insomma, sin da piccolo Giovanni era su questa strada. “Andavo a Messa tutti i giorni con mia nonna, che abitava in casa con noi. Servivo Messa e aiutavo i sagristi anziani. Una figura è stata particolarmente importante per me: don Fermo Rota, che era stato prevosto proprio di Alzano, un sacerdote di 90 anni molto carismatico, molto attivo. Guardando lui ho maturato questo desiderio di farmi prete”.
Mamma e papà non hanno manifestato preoccupazione. “Erano contenti – racconta don Giovanni con il sorriso sul volto -. Anche loro sono inseriti in parrocchia, l’unica remora era quella di mia mamma: la preoccupazione di lasciarmi tutta settimana via, ma è normale”.
In prima media Giovanni inizia il cammino di Seminario con altri 12 ragazzi. “Poi in seconda siamo diventati 15 e in terza 18. Di quelli che siamo partiti in prima, io sono l’unico che è arrivato in fondo, ce n’è uno che era entrato in terza media che dovrebbe diventare prete ma non si sa ancora”. I ricordi di questi anni sono bellissimi. “Di tutto il Seminario – racconta -; se devo scegliere l’epoca migliore direi quella del liceo. Alle medie avevamo tre superiori molto in gamba che ci seguivano, eravamo una comunità ancora abbastanza grande: 60/70 ragazzi solo nelle medie. Anni di tanto studio e tanto gioco, e insieme l’introduzione alla vita di preghiera adatta alla tua età. C’era anche la giusta disciplina: le regole servivano anche solo per gestire 60 ragazzi..
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