98 anni. Il coronavirus. E una battaglia vinta. Una storia dove la caparbietà della vita ha sconfitto la malattia. Proprio nel cuore della tragedia. Alzano Lombardo. Un paese piegato da una serie interminabile di morti. Ma c’è anche chi ce l’ha fatta. A dispetto dell’età anagrafica. Mariarosa Cavalli abita ad Alzano. E domenica 23 febbraio si trovava ricoverata all’ospedale di Alzano. “Mia mamma purtroppo verso metà febbraio ha avuto un piccolo infarto – inizia a ricordare la figlia Maria Grazia Suardi –, è stata ricoverata nel reparto di medicina dell’ospedale di Alzano. Nonostante l’età si è ripresa bene”.
Qualche problemino di cuore ogni tanto si fa sentire per Mariarosa. Che per il resto, invece, ha una salute e un’autonomia davvero mirabili. “Vive da sola in casa – spiega ancora la figlia -. È rimasta vedova da poco più di un anno, mio papà è mancato alla fine del 2018. Vive nella stessa casa dove abito anche io con la mia famiglia, al piano sotto. È autonoma, ogni tanto le serve un piccolo check-up per il cuore”.
Una settimana in ospedale, problema al cuore superato, e Mariarosa si preparava a tornare a casa. “Una settimana dopo l’infarto il medico ha detto che l’avrebbero dimessa lunedì 24 febbraio. Domenica 23 io ero in ospedale con lei, ad un certo punto hanno invitato tutti i parenti ad uscire dall’ospedale. Alle 16 siamo usciti, stavano transennando, si cominciava a parlare di cosa stava succedendo”. Una situazione dai tratti ancora molto confusi. “Tornata a casa, è arrivata la notizia che l’ospedale era stato riaperto. Ho voluto telefonare comunque il numero verde regionale che era stato istituito: il giorno dopo dovevo riprendere il lavoro, a contatto con il pubblico, e non sapevo come comportarmi. Mi è stato detto di stare tranquilla se non ero stata a contatto con dei malati. Ma io come facevo a sapere se ero stata a contatto con malati?”.
Che la situazione sia stata gestita con poca chiarezza emerge chiaramente da quanto succede l’indomani all’altro figlio di Mariarosa, Roberto, che si reca in ospedale per la dimissione della mamma. “Mio fratello è un medico in pensione. Quando è arrivato in ospedale ha visto un cartello con scritto: vietato entrare. Si è attivato per capire”. Insomma, nessun preavviso di non presentarsi in ospedale. “Solo quel pezzo di carta, senza per altro nessuna spiegazione. Mio fratello ha chiamato subito me, mi ha invitato a lasciare il lavoro e tornare a casa. Mi ha detto anche di avvisare tutti i parenti che nei giorni precedenti erano stati dalla mamma e dir loro di rimanere in casa. Prima ancora di capire tutto ci siamo autoimposti la quarantena”….
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