Spett.le Redazione,
leggo sempre con vivo interesse il vostro quindicinale, specialmente gli articoli sulla montagna a firma di Anna Carissoni, di cui condivido la difesa di chi in montagna ci vive e ci lavora, contro la burocrazia e il menefreghismo dei legislatori.
Conosco vari pastori e allevatori, storie di lupi, di ungulati, di cinghiali… Io stesso, possedendo in collina orto, frutteto, prato, bosco e galline, sono in lotta perenne e soccombente a causa delle ‘proprietà dello Stato’, e cioè cinghiali, volpi, tassi, donnole. E constato che tante riviste che vivono di montagna ignorano però sempre i contadini, gli allevatori, i pastori, i boscaioli. Sfogliando queste riviste, infatti, non ho visto mai la foto di un contadino intento al suo lavoro, oppure di una mucca o di altri animali domestici nell’ambiente in cui i succitati lavoratori arrancano per sopravvivere salvando i boschi e i prati ricevuti in eredità dai loro padri…
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