ALZANO LOMBARDO – La multa e l’odissea di una commerciante

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È da quasi 40 anni che guido l’auto e di multe non ne ho collezionate, ma stavolta mi è capitata una cosa assurda…”. Chi parla è una commerciante della Bassa Valle Seriana, che ci ha telefonato raccontando la sua storia, un mix di multe, vigili, uffici postali e ricorsi.

La signora fa un respiro profondo e parte all’attacco. “Allora… lo scorso marzo ho preso una multa. Mi trovavo al semaforo di Alzano Sopra, vicino alla chiesa e all’asilo. Non sono passata col rosso, no, ma avevo superato di pochissimo la linea dello stop. Essendo la multa meno di 60 euro, con due punti della patente, mi sono detta: ‘non faccio ricorso, perché costa di più della multa’. Mi sono quindi messa l’anima in pace e ho pagato la mia multa. Pensavo di essere a posto così”.

Fin qui nulla di strano. “Poi ho trovato una lettera di colore verde nella cassetta postale che mi annunciava che c’era una busta da ritirare in posta, ma non me ne sono preoccupata; avendo un esercizio commerciale, avevo presentato una richiesta all’Agenzia delle Entrate e pensavo che quella fosse la risposta. Dato che il mio commercialista era in ferie non l’ho ritirata subito. In quel periodo di agosto – spiega la signora – la gente è in vacanza, gli uffici postali sono chiusi al pomeriggio e così lunedì 22 agosto chiudo il negozio un quarto d’ora prima e vado in posta per ritirare la busta. Mancava un quarto all’una. Esco, la apro e trovo una sanzione del Comune di Alzano. Come mai? Ero sicura di non aver commesso infrazioni. Ebbene, la nuova sanzione era di 230 euro e si riferiva ancora alla multa di marzo, che io avevo già pagato…

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