“È dura ricominciare a camminare e parlare, ma sono fiero e felice di dove sono arrivato! Mi piace molto pensare e vivere giorno per giorno. La frase che accompagna i miei giorni è “con calma””. Si presenta così Sergio Lombardini, 45 anni, di Alzano Lombardo e medaglia d’oro nei 50 metri farfalla e d’argento nella 4×50 metri misto alla Citi Para Swimming di Lignano Sabbiadoro. L’evento internazionale che ingloba anche i Campionati italiani assoluti invernali di nuoto paralimpico. Le due medaglie portate con fierezza sul petto. Gli occhi scuri che sprizzano felicità. Sergio vuole raccontare l’episodio che ha cambiato la sua vita: “Nel 2006, in una notte di novembre, mentre stavo tornando a casa dal corso di latino americano ho avuto un colpo di sonno e con l’auto sono finito contro la ringhiera che separa il marciapiede dalla strada sul provinciale vecchio che da Albino porta a Nembro. Questo è l’ultimo ricordo che ho dell’incidente. Quello successivo è stato svegliarmi circa una settimana dopo al centro di riabilitazione “Casa degli Angeli” a Mozzo. Mi hanno detto che appena sono arrivato in pronto soccorso sono stato operato d’urgenza alla testa, che si era rotta in tanti pezzettini. L’intervento è durato circa dieci ore. La parte destra del mio corpo è rimasta paralizzata e l’uso della parola completamente compromesso. Sono rimasto a Mozzo per quattro mesi, dove facevo fisioterapia e logopedia. Durante la riabilitazione mi alternavo tra la sedia a rotelle e il letto, dopo sono passato dalla sedia a rotelle, al tripode e poi, dopo circa sei mesi dall’incidente camminavo con il bastone. Prima di tornare a camminare senza aiuti ci sono voluti circa tre anni”.
La barba argentata è ordinata e leggermente incolta. Sergio è orgoglioso dei suoi risultati, però non dimentica quando tutto è iniziato: «Un anno dopo l’incidente ho subito un altro intervento al cranio in cui mi hanno inserito delle placche in titanio. Nel 2008, poi, ho iniziato a fare dei corsi di nuoto a Casnigo. Dopo l’incidente io non volevo nuotare. Sono stati i miei genitori a convincermi. All’inizio è stato difficile perché non riuscivo nemmeno a restare a galla, piano piano però ho reimparato a nuotare. Man mano che vedevo dei miglioramenti mi sentivo motivato ad andare avanti, cresceva in me un senso di soddisfazione personale. All’inizio ero seguito singolarmente da un istruttore, dopo due mesi facevo già corsi collettivi senza l’aiuto di nessuno. Ormai autonomo, ho cominciato a fare dei corsi anche alla piscina di Bergamo
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