Pietro Roggeri gli 89 anni li ha compiuti l’11 aprile ed è lo sfollato più anziano accolto all’albergo Dovina. “Chiudo a chiave, ma tanto dentro non ci sono molte cose… e chissà quando verranno a pulire”, dice mentre gira la chiave nella serratura. Civico 16 di viale delle Terme, i segni del fango sono ancora evidenti sulle facciate della sua abitazione e sugli stivali che indossa per salire le scale che lo portano all’appartamento. Resistono alcune rose colorate nell’aiuola accanto al vialetto, che Pietro cura ogni giorno. Si avvia verso il parcheggio dove c’è la sua auto seguito dallo sguardo attento di Cristian, delegato alla Protezione Civile, “all’albergo va tutto bene, ma io preferisco stare a casa mia”.
Sono nitidi i ricordi di quella sera, Pietro li ripercorre nei minimi particolari: “Indossavo i pantaloni bianchi perché ero stato a ballare alle Terme di Boario nel pomeriggio, ma dovevo preparare la cena e volevo cambiarmi per non sporcarli. Fuori pioveva e non ho fatto in tempo a prendere altri pantaloni quando ho visto che dalla porta della cucina entrava l’acqua. Sono andato a vedere da dove arrivasse, aumentava sempre di più e tutto d’un tratto ho sentito un rumore fortissimo… era venuto giù tutto il muro della strada….
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNO