Araberara e le 12 donne del calendario #CCW a Bruxelles: perdere l’equilibrio e cascare dentro la felicità

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La voce, gli sguardi d’intesa e altri meravigliosi modi per perdere l’equilibrio e cascare dentro la felicità. Chiudiamo il cerchio e ripartiamo. E facciamo il sunto e punto. Ed è un sunto e non un punto in realtà. Perché io pensavo di mettercelo il punto alla fine di questa storia, che sembra più un verso di una canzone ma va beh, però il punto mica si riesce a metterlo qui. Non sono poi vecchissima però questo mestiere lo faccio da più di 20 anni e un po’ di cose le ho viste, e in ogni cosa alla fine c’era appunto il punto. E poi si ricominciava a pensare ad altro, a creare altro. Però con Ornella, Monica, Valeria, Justyna, Luisella, Claudia, Miriam, Renata, Grazia, Serena, Catia e Orietta non può essere così. Sino a qualche mese fa non le conoscevo, qualcuna magari sì ma poco, non si conoscevano tra loro, anche in questo caso qualcuna si ma magari poco, ma poi è quando stai con una persona che capisci come è davvero. E ho avuto un culo pazzesco, perché io misuro le persone in base alle…risate che mi fanno fare, perché ridere è meraviglia, soprattutto quando non stai benissimo, fisicamente. E con loro ho riso un sacco. Ed è stato bello, e neanche pensavo così. E loro sono state belle, e lo sono tanto, e quella rosa consegnata a una a una sul palco del Parlamento Europeo mentre scorrevano le immagini sul grande schermo dei loro volti, dei loro sguardi, dei loro sorrisi, è stata tanta roba, ma tanta, tanta, che essendo in Belgio mi viene quasi da dire ‘Lukaku scansati’. Ed è stato così anche per chi lavora là, al Parlamento, che non posso pubblicarlo ma sono arrivati messaggi speciali, ma non di quelli dove lo stupore magari si mischia al pietismo, macchè, di incanto e basta, di stupore per questa forza a trazione interiore che hanno queste dodici donne. Che secondo me dovrebbero essere ingaggiate da un’agenzia di viaggi, perché il divertimento è assicurato. Volevo ringraziarle e ci sta anche un piccolo autospot, che è l’anagramma di autostop, ma qui non c’è nessuno da fermare, c’è solo da proseguire la strada. Noi sulla carta non siamo una grande redazione rispetto alla potenza, sempre sulla carta, di qualcun altro, ma noi questa cosa non l’abbiamo mai considerata, ed è così che si diventa grandi davvero. Ed è la prova che servono idee e non soldi per fare nascere progetti che sembrano giganti. E così insieme a Piero, Sabrina, Angelo, Morgan, Etta, Francesco, Anna, Angela facciamo quello che sogniamo, quello che ci piace e così tutto diventa (quasi) facile. Che è quello che fanno e stanno facendo Ornella, Monica, Valeria, Justyna, Luisella, Claudia, Miriam, Renata, Grazia, Serena, Catia e Orietta, perché non mi piace chiamarle più ’12 donne’. Grazie a Gianna Gancia e Silvia Perona. Torniamo all’inizio: “La voce, gli sguardi d’intesa e altri meravigliosi modi per perdere l’equilibrio e cascare dentro la felicità”.

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