Torniamo a Marinoni il giorno dopo la tragedia di Gazzaniga. Stavolta col cuore pesante. Anche l’aria che si respira non è più quella di una quindicina di giorni fa, quando eravamo saliti quassù per registrare la gioia della piccola comunità per la nascita della piccola Marta, la cui famigliola si era da poco stabilita nella contrada dove da dieci anni non nascevano più bimbi.
Le campane che per l’occasione avevano suonato a distesa oggi sono mute, e un silenzio incredulo regna dovunque. Il tripudio dei gerani straripanti dai balconi sembra fuori posto, così come il sole che ne accende i colori. Solo il monte Secco ha avvolto le sue guglie maestose di nebbie grigie, come a voler condividere un dolore troppo grande anche per lui.
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