ARDESIO – La “scassàda dol Zenerù”: “che qualche politico nostrano si accorgesse del giovane capraio che tiene in ordine il suo prato, dell’anziano ‘col podèt in di mà’…”

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Fino a circa la metà di questo mese non sembrava proprio di essere in gennaio: nell’orticello coglievo ancora scaròle e ‘scamüssì”, sopra il cespuglio di lantana già fiorito  volavano api affaccendate, tra le rosette  della cicoria  nel prato del vicino squillavano i primi fiori del colore del sole… Insomma, il cattivo Zenerù da scacciare perché foriero di gelo e di neve e di tutti gli altri disagi della cattiva stagione sembrava essersene andato già un pezzo, in silenzio, alla chetichella; anzi, non era nemmeno arrivato, casomai aveva fatto solo qualche breve capatina in alta quota, fermandosi per poco tempo anche lassù perché la poca neve che aveva portato con sé stava sciogliendosi rapidamente a causa delle temperature anomale per questa stagione…

Stando così le cose – mi era venuto da pensare – quelli di Ardesio quest’anno dovrebbero darsi una calmata, lasciar perdere ciòche, tóle, corni, sfilata rompi-timpani, rogo finale e vin brülé a fiumi, e limitarsi ad una breve e tranquilla passeggiatina serale quasi primaverile…

Invece pare che abbiano avuto ragione loro. Dal 17 in poi, la situazione meteo è cambiata di colpo  e l’inverno  ‘vero’ è tornato, cosa che permetterà agli  Ardesiani di rispettare alla grande l’antica tradizione della ‘scassàda…

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