Il povero Zenerù brucerà, se non proprio in perfetta solitudine, sicuramente senza l’accompagnamento del folto e rumorosissimo pubblico che di solito partecipa alla festa di fine gennaio; però la sua presenza ad Ardesio è comunque assicurata, sotto forma del docu-film realizzato su di lui dal regista Andrea Grasselli. E a presentarlo per la sua anteprima bergamasca sarà il regista stesso, il quale dialogherà col pubblico nel Cineteatro dell’Oratorio sabato 22 gennaio alle 20,45, raccontando la genesi del film stesso, pluripremiato ed apprezzato dalla critica, che vuole trasmettere “la relazione poetica tra l’antico rituale dello Zenerù e la vita dell’eremita Flaminio, la relazione, cioè, tra l’Uomo e la Natura. Durante la stessa serata sarà proiettato anche un video realizzato dalla RAI nel 1965, oltre ad una recente intervista allo stesso Flaminio.
Domenica 30 gennaio, alle 15 nella sala consiliare del Comune, è in programma invece un doppio incontro con l’autore e la presentazione di due libri: “Campanacci d’Italia” del professor Giovanni Mocchi, membro onorario della Pro Loco Ardesio, e “Intorno alla Presolana. TRANSUMANZA PICTA: Mandrie, greggi, contadini e santi negli ex voto”, di Anty Pansera e Maria Vezzoli. Durante l’incontro, che sarà trasmesso in diretta sulla pagina facebook di FITP Bergamo (Federazione Italiana Tradizioni Popolari), interverranno anche Fabrizio Cattaneo, vicepresidente FITP e segretario generale IOV world e Francesco Gatto, presidente FITP Bergamo.
La Scassàda del Zenerù ha radici nei tempi antichissimi in cui il 31 gennaio era considerato confine tra l’inverno e la primavera, e bisognava ‘scacciare’ la cattiva stagione per far posto a quella nuova. Così in Alta Val Seriana, ancora oggi, migliaia di persone si uniscono in serata agli ardesiani per mandare via il freddo, il gelo e tutti i guai dell’inverno facendo un gran baccano con campanacci, latte, raganelle piccole e giganti e tutto ciò con cui si può far rumore. Ogni anno il fantoccio che rappresenta Gennaio cerca di scappare lontano utilizzando mezzi diversi proposti dalla fantasia dell’eremita Flaminio Beretta, autore anche dei versi dialettali che accompagnano il suo disegno sulla relativa cartolina.
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