Colere è il nucleo più abitato dei paesi scalvini. Tra gli abitanti, sono gli anziani e le anziane a fare numero. È una situazione che risale agli anni ’60/’70 del secolo scorso quando l’emigrazione in città ed all’estero dei giovani costringeva gli anziani a rimanere soli a casa. All’epoca c’erano anche gli iscritti nell’elenco dei poveri, che ricevevano ogni tanto qualche sussidio dai Comuni più poveri della provincia. La Comunità Montana di allora si prese in carico il problema ed ai Comuni che lo chiesero, pensò di fornire agli anziani un pasto al giorno in locali attrezzati, dove potevano trascorrere anche i pomeriggi per giocare e avere altri servizi. Erano i “Centri diurni”, nati a Teveno, Vilminore e Colere.
ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 DICEMBRE