ASTA DEL SERIO – L.: “Usavo cocaina, eroina, anfetamine, acidi, Lsd. E alcol, tanto alcol. Poi un giorno mi sono guardato allo specchio e…”

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L. dell’Asta del Serio si accarezza il mento, riflette un attimo e poi, una volta riavvolti i nastri della memoria, comincia a parlare. Racconta la storia della sua caduta nella spirale della droga e dell’alcol.

La mia storia comincia a 13 anni, quando andavo alle Medie e cominciavo a fumare le prime canne. Lo facevo perché non mi accettavo, non mi sentivo mai nel posto giusto e volevo quindi togliermi dal mio mondo e dalle persone che mi stavano accanto. Ho fatto così fino a 29 anni, quando ho poi cominciato con le droghe pesanti: cocaina, eroina, anfetamine, acidi, Lsd. E l’alcol, tanto alcol. Dai 29 ai 38 anni sono stato alcolizzato. La cocaina e l’alcol sono stati la mia rovina e mi hanno poi portato ad andare in comunità”.

C’è qualcuno che ti ha aiutato a prendere la decisione di andare in comunità? “L’ho fatto da solo. È stato sufficiente guardarmi allo specchio. Dopo che ho rovinato la mia famiglia e il rapporto che avevo con i miei genitori e i miei amici – spiega Paolo – mi sono finalmente guardato allo specchio e quello che ho visto non mi è piaciuto. Considera che io ho sempre lavorato, ma non c’ero con la testa, ero sempre in declino, dovevo sempre abusare di alcol. Sono infatti finito in ospedale tre volte per coma etilico. Mi ero staccato dalla vita, non mi interessava più vivere, mi stato autodistruggendo. All’inizio la droga mi aveva aiutato a stare meglio, mi sentivo al centro dell’attenzione, circondato da amici, o meglio, da persone che pensavo fossero miei amici, mi sentivo Superman. Ma era un’illusione, perchè poi tutto è peggiorato. L’alcol, la cocaina e altre sostanze mi stavano distruggendo. Anche il medico me l’aveva detto: ‘se continui così, ti do sei mesi di vita’. E così, una sera, quando sono tornato a casa in condizioni pietose, mi sono guardato allo specchio. Mi sono detto: ‘Non posso continuare ad andare avanti così, devo fare qualcosa’. Il mattino seguente mi sono alzato dal letto e ho detto hai miei genitori che sarei andato in comunità”.

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