di Luca Mariani
“Bèrghem everywhere!” Tiziano Incani detto Il Bepi lo cantava già una ventina d’anni fa nel ritornello della sua “Per l’Atalanta”. Ma questi versi del cantautore seriano non sono solo una provocazione poliglottica. Possono anche essere il motto che riassume l’avventura globale di Nicholas Bigoni da Parre: «Ho sempre amato viaggiare e scoprire. Sono uscito dall’Europa nel 2013 con tanta speranza ma senza lontanamente immaginare che dopo undici anni sarei stato ancora a “spasso”. Il motivo principale per cui sono partito era curiosità, non solo per i posti ma soprattutto in me stesso, per come avrei reagito stravolgendo la mia vita.»
La voce di Nicholas è schietta e virile. Il ritmo delle sue frasi è determinato e incalzante. Il conto degli stati in cui il suo allegro dinamismo si è fatto riconoscere l’ha perso: «Credo di aver visitato più di cento paesi.» Dall’Australia all’Indonesia. Dall’America Latina all’Africa. Il parrese classe 1990 ha esplorato e vissuto tutti i continenti, ma con un piccolo rammarico: «Mi manca l’Antartide perché quando ero in Argentina all’ultimo mi è saltato il passaggio su una barca che si occupava di ricerche scientifiche dove avrei lavorato come volontario.»
Da buon bergamasco Nicholas non si è limitato a vagare e visitare. Ma si è rimboccato le maniche, si è dato da fare con grande capacità di adattamento, con tanta duttilità e coraggio di sperimentarsi: «Ho fatto tantissimi lavori diversi: in sud America ho lavorato nel settore del turismo, mentre in Oceania ero nell’edilizia. Mi sono occupato sia di cartongesso, sia di restauro: nei monumenti, nelle chiese e nei castelli.»
ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 24 MAGGIO