ATALANTA – Luis Muriel e Gianluca Scamacca e l’arte di fare gol

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Un attacco stellare. Luis Muriel che se ne sta buono buono in panchina ma quando serve fa la differenza, come con lo Sturm Graz e ‘Scamaccone’ che mette zitti e buoni tutti con una doppietta a Empoli senza fronzoli. Muriel è salito a quota 64 gol in maglia nerazzurra in tutte le competizioni, staccando al terzo posto della classifica all-time Severo Cominelli, alle spalle di Duván Zapata e Cristiano Doni. E poi, lui, Gianluca Scamacca, che in una fine estate schizofrenica nel giro di un mese è passato dal West Ham, alla Roma, all’Inter, all’Atalanta. Dopo aver mancato un paio di trasferimenti per un pelo, alla fine è arrivato all’Atalanta per una cifra notevole. La “Dea” ha speso 30 milioni, 5 in più di quelli che aveva offerto l’Inter, facendone il secondo acquisto più costoso della sua storia – il primo, curiosamente, è El Bilal Touré, ai box da settimane. Scamacca è un giocatore che funziona al contrario delle sue apparenze. È grosso, ma non è forte nei duelli corpo a corpo. È alto, ma preferisce giocare coi piedi che di testa; meglio fronte che spalle alla porta. Ha l’aria truce da coatto di borgata, ma il suo gioco è raffinato, più da videogioco che da calcio reale. Un gioco di colpi di tacco, di suola, di bombe da fuori per il gusto di tirare, di rovesciate da spiaggia. Un centravanti che ha qualcosa dell’estetica estrosa di Ibrahimovic, con un repertorio potenzialmente molto vasto, ma che non ha ancora trovato la strada per la concretezza e l’essenzialità.

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