Dal 18 gennaio dovrebbe scattare l’aumento delle retribuzioni minime per i lavoratori domestici. Sarà un salasso per le famiglie bergamasche: il giusto riconoscimento degli aumenti contrattuali ai badanti, colf e baby sitter rischia di tramutarsi in una vera e propria stangata per i datori di lavoro orobici che, lo ricordiamo, nella maggior parte dei casi, sono pensionati o lavoratori dipendenti ai quali l’inflazione ha già eroso buona parte dei salari. In pratica, stando alla media degli aumenti prevista, ogni mese le famiglie bergamasche pagherebbero 1.680.000 € in più, quasi 22milioni di euro in un anno.
A Bergamo, nel 2021, erano 13.755 gli iscritti al registro per colf e badanti dell’INPS, Rimane, poi, tutto il “pianeta del sommerso”, che ovviamente non sarà toccato pesantemente dai rincari, ma sicuramente si apre un’emergenza non indifferente per i familiari di anziani non autosufficienti.
Per fare qualche esempio, lo stipendio mensile di una badante non convivente, che si occupa di una persona non autosufficiente per trenta ore settimanali, passerebbe da 926 euro del 2022 a 1.012 del 2023. Ovvero 86 euro in più al mese e senza ferie, tredicesima, tfr. Per una badante convivente, a tempo pieno, l’incremento in busta paga sarebbe di 95 euro (da 1.026 euro mensili a 1.121). Per una baby sitter che lavora 40 ore a settimana, le famiglie potrebbero versare 114 euro in più mensili (da un compenso di 1.234 euro nel 2022 a 1.348 nel 2023).
“Premesso che i contratti di lavoro vanno rispettati – sostiene Giacomo Meloni, segretario generale di FNP CISL Bergamo -, è evidente che il rincaro contrattuale derivante dall’adeguamento del salario delle assistenti famigliari all’inflazione a carico delle famiglie già provate in questi mesi dall’ aumento considerevole dei costi energetici, del carburante e dal peso a due cifre dell’inflazione, è un aggravio che manda in default il bilancio di tante famiglie, già provate dagli oneri dell’assistenza e dai riflessi dettati dalla stagione del Covid , in particolare in bergamasca.
Riteniamo che siano urgenti e indifferibili almeno tre interventi in favore delle famiglie: rendere più graduale nel tempo gli aumenti previsti tramite un accordo fra le parti; incrementare la quota detraibile per il costo del contratto dell’assistente famigliare regolarmente assunta, che oggi sono poche centinaia di €; approvare entro Marzo 2023 da parte di Governo e Parlamento la legge nazionale sulla non autosufficienza, pena la sua decadenza.
Vanno inoltre potenziati sul territorio i servizi di assistenza domiciliare ( ADI) e delle RSA aperte: a oggi, solo 37 delle 67 RSA presenti in bergamasca operano in questo senso. Infine – conclude il leader dei pensionati CISL orobici -, invitiamo le famiglie ad attingere al bonus regionale per le assistenti famigliari, rifinanziato a fine 2022 da Regione Lombardia con 1.500.000 €”.