Crac bancari, CISL e ADICONSUM aprono gli sportelli per aiutare i risparmiatori a presentare la domanda d indennizzo al Fondo indennizzo risparmiatori (Fir), lo strumento previsto dall’ultima Legge di Bilancio che destina oltre un miliardo e mezzo di risarcimento ai risparmiatori che hanno visto andare in fumo i propri risparmi investiti in azioni e obbligazioni delle banche messe in liquidazione coatta amministrativa. Una vicenda che ha lasciato pesanti conseguenze anche in bergamasca con di migliaia di investitori che hanno perso tutto dopo il fallimento di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza (circa 300 mila a livello nazionale).
La presentazione della domanda richiede precisione e completezza di tutti i documenti necessari ma anche il rispetto della tempistica imposta dal Ministero.
Gli Sportelli ADICONSUM offriranno informazioni e istruzioni per la presentazione della domanda di indennizzo.
“Ancora una volta – dice Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo – il sindacato agisce come intermediatore sul territorio per aiutare pensionati, lavoratori e cittadini che potranno ottenere un parziale ristoro alla comunque irrimediabile distruzione dei risparmi di una vita.
Riteniamo importante dare il nostro contributo per supportare le migliaia di cittadini dei nostri territori coinvolti, loro malgrado, nella più grande distruzione di risparmio del Paese.
La risposta del Governo va nella direzione giusta ma non basta e, soprattutto, non potrà mai sostituire le responsabilità di chi ha amministrato queste banche e di chi doveva vigilare perché ciò non accadesse, Banca d’Italia e Consob in primis”.
Ricordiamo che possono chiedere i rimborsi i risparmiatori che hanno acquistato azioni e obbligazioni subordinate dalle seguenti 11 banche: Popolare di Vicenza,Veneto Banca, Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara. Credito Cooperativo Padovano, Banca Brutia,
Banca popolare delle province calabre, Banca di Paceco, Credito Cooperativo interprovinciale Veneto.
ADICONSUM ricorda che l’ammontare degli indennizzi entro il limite massimo di 100mila euro comporterà il recupero del 30% del valore per le azioni e del 95% del valore per le obbligazioni.
“Per chi ha un reddito inferiore ai 35.000 euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro gli indennizzi saranno automatici, mentre per coloro che non rientrano in tale casistica si presenta la domanda e sarà una commissione a valutare la violazione del testo unico in materia finanziaria. Bisogna munirsi attraverso la banca subentrante della documentazione idonea a dimostrare l’acquisto degli strumenti finanziarie del prezzo pagato – conclude Busi – nonché copia dell’eventuale l’accordo transattivo qualora avvenuto, carta di identità, codice fiscale e IBAN del proprio conto su carta della banca”.