BERGAMO – IL RICORDO – Andrea, cresciuto in una famiglia di motociclisti…

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Andrea Dall’Ara sulla moto ci era cresciuto. Sulla moto aveva sognato. Sulla moto era felice. Sempre. Anche quella sera di fine maggio quando all’incrocio fra le vie Broseta e Rillosi, uno schianto contro un pick up lo ha portato dritto a un cielo.  Andrea Dall’Ara avrebbe compiuto 31 anni a giugno. Ha vissuto con i genitori e la sorella in via Gaudenzi a Bergamo ed era andato da poco a vivere da solo. Era cresciuto nel quartiere San Paolo e nell’oratorio che aveva frequentato da bambino organizzava due volte l’anno con gli amici una festa benefica. Negli ultimi mesi aveva iniziato a praticare la boxe e aveva già disputato qualche incontro.

***

E’ un tempo scrostato.

Un intonaco di terra che perde pezzi.

Io che perdo tempo.

Ma poi ti ritrovo lassù

Dove i pezzi diventano blu e si incastrano in un puzzle d’amore.

Mi allungo sotto questo cielo che va lungo e si allunga il giorno.

La lunghezza del tuo sorriso diventa un sorriso senza lungaggini.

Gioco con le parole e tu giochi con me.

Cerco felicità. Solo quella. Quindi cerco te.

Che resti qui con me. In un’altra forma, ma della stessa sostanza dell’amore.

Come il cielo iridato di una goccia di rugiada, in un fiore all’alba.

Il tuo sole mi colpì nel sangue, evaporò la rugiada, e restai senza cielo.

E così mi concedo di lasciami essere lasciandoti essere quel che sei,

per comprensione del mistero che ci fa essere distinti senza essere distanti da noi.

Come nebbia di cui ne senti l’odore.

Indefiniti per nette visioni, questo ci concediamo e restiamo.

Mentre siamo.

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