Dal cielo cominciano a scendere alcuni fiocchi di neve. Un cinquantenne si volta verso il suo amico ventenne: “Pensa che tanti anni fa, nel 1985, quand’ero ragazzino, era scesa una montagna di neve. Era stato bellissimo e per qualche giorno non siamo andati a scuola… Che tempi quelli…”.
Scene del genere si sono ripetute tantissime volte in questi ultimi decenni, perché, in effetti, il ricordo della grande nevicata del 1985 è ancora vivo. Anzi, si potrebbe pure dire che quel ricordo rappresenta una sorta di distintivo generazionale: da una parte quelli che hanno vissuto il grande freddo e la nevicata che ha seppellito sotto metri di neve tutta l’Italia Settentrionale tra il 13 e il 17 gennaio 1985, dall’altra quelli che l’hanno solo sentita nominare da genitori, zii e nonni.
“Che tempi quelli…”. Sì, a 35 anni di distanza, quello storico (e non più ripetuto) evento atmosferico genera in chi l’ha vissuto una certa nostalgia… che, a conti fatti, è una sorta di nostalgia della propria infanzia o giovinezza (un po’ come quando si sente un novantenne parlare dei bei tempi in cui nelle case non esistevano televisori, caloriferi, frigoriferi, telefoni… e neppure l’acqua corrente)….
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