Non ci sono soldi per sostituire le lampadine delle gallerie di San Pellegrino, non ci sono soldi per l’integrazione degli abbonamenti plurizona ATB: sono solo due delle “mancanze” lamentate nei giorni scorsi dalla Provincia di Bergamo, l’ente presieduto dall’esponente Pd Matteo Rossi.
La Provincia è destinata a morire nell’arco di un paio d’anni, al massimo. Non si scappa. In questo l’atteggiamento del presidente è molto simile a quello di un uomo che cerca di tenere l’acqua con le mani. Difficile riconoscergli azioni di coraggio, di fantasia, alla ricerca di soluzioni per il post-provincia, nel tentativo di predisporre il campo per quando via Tasso non esisterà più.
Ci sarebbe bisogno di un approccio differente, di un’aggressione dei problemi che possa magari costruire un percorso di medio periodo che non faccia sentire il contraccolpo della scomparsa della Provincia. Ci si barcamena invece cercando di mantenere uno status e uno standard che non potrà essere mantenuto, per forza di cose. Non che l’ente godesse di grande salute, dopo anni di picconate all’organizzazione interna, ma non solo, da parte dell’ex presidente Pirovano e del suo direttore Passarello.
Rossi è sorretto e tenuto in vita dall’alleanza con Forza Italia: un’intesa che ha fruttato al partito di Alessandro Sorte nomine in Sacbo (il sen. Piccinelli, quando si sentiva forte la necessità di una nomina tecnica) e in Uniacque (con Paolo Franco), un partner nella partita per la fermata del treno all’ospedale Giovanni XXIII (un placebo non in grado di cambiare le abitudini delle persone senza il raddoppio e la riqualificazione della Bergamo-Ponte San Pietro), una firma in più nella pressione al Prefetto sulla questione Ultras Atalanta (il nome di Rossi figurava tra quelli di Belotti, Tentorio, Amadeo e tanti altri esponenti di destra quando ci si preoccupava di far rientrare in Curva Nord gli ultras, “squalificati” dopo gli incidenti dopo Atalanta vs Roma).
Quello che ora non si dice è che Forza Italia ha messo nel paniere, grazie alla preoccupazione di Rossi per il mantenimento dell’alleanza e del suo posto di presidente, un altro risultato, che apre un tilt politico di grande spessore. (…)
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