“Non siamo fantasmi, ma ci trattano come lo fossimo in questo momento terribile”. Diego Pedrali è presidente per le categorie dell’abbigliamento, calzature e articoli sportivi nell’ASCOM di Bergamo e nel tempo, grazie a questo incarico anche vicepresidente di Federmoda che raggruppa in Italia 9600 associazioni. Insomma è un personaggio intraprendente e vulcanico che deve avere una visione ed attenzione a 360 gradi del suo settore. Per tale ragione rinuncia volentieri, a volte, al suo lavoro in sinergia con ASCOM per salvaguardare le 3 categorie che credono nell’alto profilo di questa associazione. ASCOM, infatti cerca ogni giorno di risolvere gli ostacoli che il commercio sta attraversando.
Nei giorni scorsi sono stati resi noti i dati Istat dei vari settori economici ed il dato più eclatante è che proprio il settore di cui si occupa Lei è stato quello più penalizzato, con un -28,5% a fronte di cali ben più contenuti negli altri comparti.
“A volte mi chiedo dove vadano a prendere certi dati quelli dell’Istat. Certo, magari in altre regioni è andata meglio. Vede, l’ASCOM, in bergamasca nel mio settore ha 2.100 attività aderenti di cui 370 in città, con circa 4.500 addetti. Nell’anno scorso però si sono chiusi 50 negozi e la perdita di fatturato in percentuale del 2020 non è del -28% ma del -70%, basti dire che ad oggi sono stati persi 121 milioni di Euro”.
Siamo passati in Lombardia dalla zona rossa alla zona arancione e poi in zona gialla. La differenza c’è stata o no?
“Tra la zona rossa e la zona arancione per noi non c’è stata alcuna differenza, perché essendo proibiti gli spostamenti territoriali in un caso come nell’altro, noi siamo stati penalizzati. Le spiego: io ho un negozio a Torre Boldone da quarant’anni, ma nel tempo sono riuscito, cercando di avere prodotti accattivanti e competitivi, ad acquisire una clientela che viene dalla città ma anche da località ai confini di Brescia e Milano. La clientela del paese è venuta, ma è un’esigua percentuale sul totale dei miei clienti. Tanto valeva tener chiuso! Sopperire con e-commerce è molto difficile almeno per una certa clientela. Io e i ‘social’ non abbiamo un buon rapporto, non ho familiarità con la tecnologia, mi consola però il fatto che anche il professor Draghi non si avvale di questi strumenti”.
Perché l’e-commerce per voi non funziona? “Perché un capo di abbigliamento ha caratteristiche di vestibilità diverse da marca a marca e lo stesso vale per le calzature che propongo, anche perchè il cliente vuole materialmente ‘sentire’ il tessuto, pertanto sarebbe più la spesa che l’impresa tra la merce da ritirare e quella da rimborsare…
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