BERGAMO – PROVINCIA: LA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA “Per un pugno di voti”… un pugno nello stomaco”

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Una volta, ai tempi della Prima Repubblica, davanti alle sconfitte, i politici accusavano il “destino cinico e baro” come fece il leader socialdemocratico (e poi Presidente della Repubblica) Giuseppe Saragat nel 1953, oppure negavano parlando di “lieve arretramento” (in questo caso i maestri erano i dirigenti democristiani) o di “tenuta dello zoccolo duro” (l’ultimo segretario comunista Achille Occhetto), sempre evitando di attaccare elettori ed alleati. Con le recenti provinciali (elezioni di secondo livello col voto dei soli consiglieri comunali) ogni barriera è stata superata. Accuse di scarso impegno alle altre forze politiche alleate, lettura dei dati (facilitate dai voti per fascia di popolazione dei diversi comuni) con definizione più o meno precisa degli elettori (2931 fra consiglieri comunali e sindaci) che hanno tradito o neppure si sono recati al voto, dichiarazioni al fulmicotone, contro Forza Italia, come quella di Giovanni Malanchini, consigliere regionale e dirigente di punta della Lega “Quando si vince, vince la squadra. Quando si perde, chi ha più responsabilità a livello politico deve assumersi le maggiori colpe. É finita l’epoca degli scaricabarile e delle soubrette pronte a festeggiare qualsiasi vittoria, anche quelle inesistenti…Spero che, a prescindere dalla sua base elettorale, saprà esprimere un’idea di Provincia rappresentativa dei sindaci molto diversa da quella che finora qualcuno ci ha propinato ma non é stato in grado di realizzare”.

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