Sono tempi duri per chi non sta con gli stellati e i leghisti nazional popolari (dei leghisti del progetto nord autonomo non è rimasta che la nostalgia). Non parliamo del Pd che sembra ancora stordito dalla batosta elettorale del dopo Renzi. E che per assurdo sostiene un candidato per la Provincia che potrebbe vincere, Gianfranco Gafforelli, che di sinistra non ha niente, ma pazienza. Parliamo invece dell’alleato (in teoria) della Lega, di Forza Italia, quella che era “lo maggior corno de la fiamma antica” del centrodestra, rimasto orfana dell’azionista di maggioranza, quello senza soldi, insomma Salvini, che è andato per conto suo con Di Maio che perfino Travaglio (Il Fatto Quotidiano) e Feltri (Libero) adesso sembrano abbandonare.
Berlusconi ancora non se ne fa una ragione del tradimento salviniano, ogni tanto sbotta (della serie: “stanno rovinando l’Italia”) e riconosce di aver sbagliato quando ha promesso che a guidare il carrozzone del centrodestra sarebbe andato al volante chi prendeva anche un solo voto in più. Salvini ne ha preso una caterva di più, mortificando il vecchio leader…
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