Bisogna averci avuto a che fare con Daniele Belotti. E’ un leghista che sprizza simpatia e intelligenza anche quando ti sta tirando giù la pelle dal muso perché ha sempre l’aria scanzonata per volertela poi riattaccare (se ci sta).
La corsa per la riconferma alla segreteria provinciale di Bergamo non è mai stata, per la lega, un fatto appunto… provinciale. In bergamasca si sono avuti i primi due sindaci leghisti d’Italia, a Cene e poi a Castione ed erano anni ruggenti con la Lega cresciuta al punto da far minacciare, Bossi dixit, quella discesa ardita dalle valli orobiche delle trecentomila doppiette… Daniele Belotti rappresenta l’anima leghista non intaccata dal potere. Daniele Belotti è il tipo che si è dimesso da consigliere regionale perché indagato per via delle vicende legate alla sua passione atalantina. Poi pienamente assolto. Non è mai stato “romano” e non si è curato di scontrarsi con i titoli altosonanti di quelli che a Roma sono di casa, sulle poltroncine marroni di Montecitorio o su quelle rosse del Senato, in odore di cancellazione se passasse il Sì e la Lega si schiera per il No (e a qualcuno sembrerà uno scherzo per un movimento che voleva mandare a ramengo Roma e il suo Parlamento per crearne uno padano)….
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 21 OTTOBRE