Le prove generali (o la “prima”) della commedia dell’arte (politica) trasversale erano state quelle per il BIM del Serio (e del Brembo). Il triumvirato Lega-Pd-Cambiamo ha replicato su un altro palcoscenico, quello di Uniacque con l’appoggio di Fratelli d’Italia che ha spuntato una presenza (quella di Nicla Oprandi, consigliere comunale a Rovetta) nel CISC (Comitato di Indirizzo Strategico e di Controllo).
Adesso arriva una precisazione di Daniele Zucchinali coordinatore provinciale del partito in cui “con riferimento all’articolo dedicato all’assemblea Uniacque apparso a pagina 7 del vostro giornale (edizione del 4 dicembre 2020), in cui si fa riferimento ad un ingresso di FdI nel patto a tre PD-LEGA-CAMBIAMO, segnaliamo che Fratelli d’Italia non ha aderito ad alcun accordo. Ci siamo seduti solamente ai tavoli convocati dal centrodestra e, raccogliendo l’invito dei nostri sindaci, abbiamo infine rivendicato una presenza all’interno del Comitato di Indirizzo Strategico e Controllo. Ciò per permettere ai nostri amministratori di avere una rappresentanza non mediata e non subalterna ad altri partiti in un servizio essenziale. Chiediamo che la nostra smentita venga pubblicata. Cordialmente”.
Che è come se un partito di opposizione chiedesse di entrare nel Consiglio dei Ministri ma solo per “controllare cosa fanno i ministri” o chiedesse di entrare in Giunta per fare le pulci al Sindaco e questo accettasse. Giochi politici. Accettando… l’offerta di un posto nel CISC Fratelli d’Italia entra nel gioco. L’unico partito politico rimasto davvero fuori dai giochi è Forza Italia. La senatrice Alessandra Gallone ha dato mandato ai sindaci che fanno riferimento al partito berlusconiano di restare fuori da tutto e addirittura di non partecipare all’assemblea di Uniacque.
In realtà era stata fatta un’offerta anche a Forza Italia, quella di immettere, sempre nel CISC un suo rappresentante, che sarebbe stato il sindaco di Vilminore Pietro Orrù che ha detto No.
Anche qui da Forza Italia arrivano delle precisazioni: “Sono stati alcuni sindaci a scrivere la lettera (che abbiamo pubblicato sull’ultimo numero con le 15 firme che contestava la spartizione) e non Forza Italia tanto è vero che alcuni dei firmatari nemmeno sono iscritti al partito. La lettera è frutto di un malcontento ampiamente diffuso e ben 52 sindaci non hanno per questo partecipato all’assemblea, rimanendo il fatto che Forza Italia ha scelto di non far parte di questa spartizione che non ha tenuto conto della condivisione trasversale e delle competenze”. Fatto sta che il risultato ha visto 150 favorevoli, 4 contrari, 25 astenuti e 9 che non hanno votato. Totale 188 presenti su 243 Comuni. Quindi i Comuni non partecipanti sarebbero addirittura 55. Il piccolo particolare è che i 150 favorevoli hanno il 90,70% delle “azioni” di Uniacque, ben 28.735.361 a fronte di 2.792.400 degli astenuti (che non sono quindi contrari) e 152,966 dei contrari.
I quattro Sindaci della Val di Scalve hanno sorpreso un po’ tutti, votando addirittura contro il Bilancio, provocando non solo sorpresa ma anche l’ira del presidente uscente Paolo Franco che poi non ha fatto mistero di aver ricordato ai quattro sindaci scalvini quanto Uniacque avesse speso per la valle (costruendo una serie di lunghi e costosi collettamenti e soprattutto il depuratore evitando a Scalve una multa salitissima dell’Unione Europea). Nell’assemblea poi la rappresentante di valle, la sindaca di Azzone Mirella Cotti Cometti si è astenuta, chiamando fuori la Valle dai giochi del triumvirato ma di fatto tagliando i ponti con il nuovo Cda e con lo stesso Cisc.
Ma a tener banco nell’assemblea sono stati due sindaci, Sara Riva di Gromo e Omar Seghezzi di Premolo che hanno scatenato una vera e propria bagarre per invalidare l’assemblea stessa, presentando la candidatura a presidente di Paolo Franco (che di suo aveva l’appoggio di una ventina di Sindaci tra cui quelli di Gorno, Ponte Nossa, Premolo, Gromo, Colzate e Casnigo).
Il gioco per presiedere l’assemblea è stato un duello tra lo stesso Paolo Franco che rivendicava il suo diritto a presiederla e il vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi che ha fatto notare che lo stesso Paolo Franco era anche candidato e ha proposto il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli. Così è stato e l’unica “lista” votata è stata quella presentata dal Triumvirato che è stata votata a larghissima maggioranza (intorno all’87%).
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