BERGAMO RETROSCENA UBI CONSISTAM? Le grandi manovre di Ubi banca (a carico dei correntisti…)

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Grandi festeggiamenti settimana scorsa in casa Ubi banca. Oddio, festeggiamenti sottotono. Motivo di non grande letizia? I vertici della Banca sono indagati dalla Procura di Bergamo per ostacolo alla vigilanza e per operazioni non esattamente a favore del mercato. Sabato scorso l’ex presidente di vigilanza di Banca Intesa e Ubi banca, poi dimessosi in seguito alla normativa Monti dalla banca orobica-bresciana, Giovanni Bazoli, per gli amici Nanni, ha svelato al Corriere della Sera l’arcano perché l’ex Banca Lombarda si era fusa con l’allora BPU nel 2007. Per la creazione di valore fra due banche contigue sul territorio? No! Per costituire una banca transregionale più grande? No!

Ebbene le due banche si sono fuse, veniamo a sapere, perché si voleva sottrarre la Banca Lombarda, privata (ed ex aggregazione tra il CAB, Credito Agrario Bresciano e Il Banco S. Paolo di Brescia) all’Opa ostile del Banco Santader (una mega banca spagnola). Si costituì dunque l’UBI banca a ramificazione territoriale secondo i desiderata del comandante bresciano. A onor di cronaca, Santander è la stessa banca che, senza un euro in tasca, è riuscita a rifilare al Monte dei Paschi di Siena il gruppo Antonveneta per 10 mld di euro, avendola rilevata dal gruppo olandese ABN AMRO 2 mesi prima a 6,5 mld, e le conseguenze le continuiamo a pagare. Quindi per evitare che il suo gioiello privato, targato Bs, venisse acquisito da mani straniere, si è costruito quel bel prodotto chiamato Ubi Banca. L’unione doveva essere la dimostrazione che tra la Leonessa e la Città dei Mille potesse nascere qualcosa di non litigioso. E i giornali locali a celebrare l’unione. Fino a due settimane fa, quando arriva la notizia che la Guardia di Finanza ha chiuso un’indagine sui vertici della banca, 39 persone indagate.

In occasione del rinnovo dei vertici nell’A.D. 2013, l’armonia dei vertici dissimulava aspri contrasti tra la realtà bresciana e la realtà bergamasca: all’epoca della fusione si volle sottovalutare la redditività bergamasca a scapito di quella bresciana, ben inferiore. Contrasti che sono stati rilevati dal “Fatto quotidiano” mettendo in risalto le parole di disistima che correvano lungo i fili telefonici…

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