BERGAMO – SANITÀ – L’autunno caldo della Sanità lombarda. Rischio chiusura maternità ad Alzano. “Non apre da mesi e ora? Lovere ancora a rischio. La Regione vuole tagliare i piccoli ospedali. Chiediamo un infermiere di famiglia…”

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Un dedalo, un labirinto dove il filo di Arianna non trova la soluzione, dove il bandolo della matassa è sempre più ingarbugliato.

La sanità bergamasca è nel caos, il covid ha fatto saltare il tappo e ora quello che era sopito è scoppiato. E in questi giorni circola insistentemente la voce che la maternità all’ospedale di Alzano chiude, in realtà è già chiusa da mesi, ufficialmente causa covid ma l’emergenza è finita e non ha più riaperto.

Così il consigliere regionale Jacopo Scandella ha preso carta e penna e scritto all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera che però ha ribattuto che la chiusura è solo temporanea e durerà fino a fine emergenza. “Già, ma l’emergenza è finita – commenta Scandella  – Alzano non ha ricoverati per covid eppure la maternità non riapre. E visto quello che è successo a Piario che poi ha chiuso definitivamente non è certo un bel segnale”.

Insomma, il punto nascite dell’ospedale Fenaroli di Alzano potrebbe chiudere e in quel caso resterebbe aperta la ginecologia operativa.

Le voci arrivano direttamente dall’ospedale. Non sono passati nemmeno due anni dalla chiusura del punto nascite dell’ospedale di Piario, era il 12 ottobre 2018. E così tutte le partorienti saranno costrette a gravitare sugli ospedali di Seriate e del Papa Giovanni di Bergamo che sarebbero cosi intasate. Sembra anche che l’Asst di Bergamo Est sarebbe pronta a pubblicare nuovi bandi per potenziare il punto nascite dell’ospedale di Seriate.  “Il dato di fatto – spiega Jacopo Scandella  – è che il punto di nascite non ha riaperto, d’accordo che nel periodo covid era difficile tenerlo aperto perché la struttura non è ideale per percorsi separati, le caratteristiche strutturali non lo permettono, ma a fine anno il risultato dei parti sarà molto basso rispetto allo standard previsto per tenerlo aperto e cioè 1000 parti, se si arriverà a 300 sarà già tanto.  Quindi visto che la politica regionale va nella direzione di voler chiudere gli ospedali cosiddetti di periferia, hanno anche i dati al ribasso per incentivare i motivi della chiusura. Bisognava tenere aperto il punto nascita di Piario per la sua collocazione geografica, e ora succede la stessa cosa ad Alzano, a questo punto la Val Seriana non ha più nulla, e il rischio concreto è che si accumuli tutto sugli ospedali di Bergamo e Seriate. Un sovraccarico di lavoro e si rischia di non riuscire a seguire tutti come dovrebbero essere seguiti. A questo punto bisogna difendere i punti nascita delle periferie, della montagna, in Emilia Romagna hanno deciso di potenziare i punti nascita in montagna e noi la pensiamo allo stesso modo, per le necessità fisiologiche a bassa complessità bisogna riuscire a stare vicini a casa..

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