(Il.Si.) Obiettivo 14 milioni di passeggeri nel 2030: è ciò che è emerso dall’incontro di presentazione del piano di sviluppo dello scalo aeroportuale di Orio al Serio tenutosi a Roma la scorsa settimana. Sindaci perplessi, sindaci contrari, con posizioni più o meno variegate e condivisibili, ma a mio avviso figlie sempre di una visione parziale. Mi spiego meglio. Innanzitutto è un argomento che interessa tutti noi quello dell’aeroporto, non solo quelli che hanno comprato casa nei suoi dintorni (e su questo, coerentemente con il tema in questione, sorvolo): interessa tutti noi perché tutti noi fruiamo dei servizi dello scalo di Bergamo.
È un grave errore considerare la questione aeroportuale stregua di qualche sparuto comitato di quartiere, pensare che Orio al Serio sia cosa che riguarda solo poche centinaia di persone, quando trasporta 11 milioni di passeggeri l’anno, quando è di estremo interesse per le nostre aziende in quanto quarto aeroporto italiano per merci. Ritengo che scelte sull’aeroporto si debbano svincolare da queste logiche, figlie essenzialmente sempre della dialettica della polemica e della protesta per forza. Le posizioni di qualche sindaco di un comune da 5000 o 7000 abitanti non può rappresentare la reale portata dello scalo di Bergamo. I nostri organi di informazione parlano continuamente di crescita del nostro territorio e quando si parla dell’aeroporto non ne tengono mai in considerazione e limitano la visione a particolarismi da comitato. Non può funzionare…
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