Il primo dato è quello del disinteresse palpabile per l’elezione del Consiglio provinciale. Tutti sanno che fotograferà una situazione di equilibri destinati a cambiare (probabilmente di molto) dopo le prossime elezioni comunali della prossima primavera. Il disinteresse è dovuto inoltre alla percezione di un ente che sta nel guado, svuotato di competenze (residuali e delegate, quindi condizionate dai finanziamenti derivanti dalla Regione) e anche di valenza politica concreta. E’ ancora un gioco di partiti, un gioco a salve, con due candidati sostanzialmente di area di centrodestra. Basta poi dare un’occhiata alle liste che sostengono i due candidati alla presidenza, la Lega ha la lista più sostanziosa, le altre sono monche e evidenziano la difficoltà perfino nel trovare candidati perlopiù sindaci che si mettano in gioco per qualcosa che evidentemente li interessa poco o niente. Gianfranco Gafforelli, sindaco di Calcinate e Fabio Ferla, sindaco di Calvenzano, i due candidati alla presidenza, sono poi un altro segnale territoriale, oltre che politico. Sono tutti e due della “bassa”, la montagna bergamasca e le sue Comunità Montane, un altro ente “residuale” non hanno rappresentanza, non stanno producendo personaggi che abbiano peso e prestigio…
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