BERGAMO – VIAGGIO DENTRO BORGO PIGNOLO /1 – “Il vecchio Borgo è morto, chiudono i negozi, la ZTL ci ha rovinato e il Comune ha promesso ma non mantenuto. Fortuna che l’Università porta una ventata di gioventù”

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È uno dei borghi storici della città. Che è nata sul colle e ha cominciato a svilupparsi secondo una struttura palmare. Bergamo non nasce con la divisione oggi nota tra città bassa e alta. Nasce semplicemente alta e cresce poi seguendo alcune direttrici. Una delle principali è quella che guarda verso Venezia, che dagli inizi del XV secolo alla fine del XVIII è stata la capitale della Repubblica di cui Bergamo faceva parte. Non è un caso che sorgano proprio qui i palazzi delle storiche famiglie nobili della città. Oggi il borgo collega città bassa a città alta, proprio porta Sant’Agostino è il suo confine settentrionale. Qui sta nascendo una dorsale della cultura, grazie al recente sviluppo dell’Università, che ha recuperato tre edifici preesistenti, l’ex monastero di Sant’Agostino, palazzo Baroni e palazzo Bassi Rathgeb (già sede del museo diocesano Bernareggi, utilizzata dall’Università solo da poco più di un anno), attorno a cui gravitano ogni giorno migliaia di studenti delle facoltà umanistiche.

In effetti passeggiando nella parte alta della via si incontrano quasi solo studenti, di corsa tra una lezione e l’altra. Il fulcro della parte alta del borgo è la piazzetta dove si trova la fontana del Delfino. “Quando io sono arrivato – inizia a raccontare Pierfranco, il proprietario del bar, che da 29 anni si trova qui – c’erano molte persone anziane… SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 22 NOVEMBRE

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