Rilancia, la SACCI, la società proprietaria del Cementificio di Tavernola, non proprio in buoni rapporti con la nuova amministrazione retta da Filippo Colosio. Anzi, rapporti freddissimi dopo gli incontri per fare i lavori sulla “bretella” chiusa che porta a Vigolo e costringe il traffico a passare per Cambianica, la frazione alta di Tavernola.
CASTIONE Botta e risposta sul senso unico di Via Regalia: “Sbagliata”. “No, ottima”…
Tozzi, in poche ore è piovuto quanto piove in un anno. Quali sono le ragioni? Sono ormai 20 anni che assistiamo a piogge sovrabbondanti. Ci sono state anche discussioni in Senato, non siamo solo noi geologi a dirlo.
SARNICO Le minoranze all’attacco su via Calchera: “Non deve essere venduta”…
Il sindaco Bertazzoli: “Venduta per coprire il buco di 1 milione e mezzo lasciato da Dometti”alla Ferrari. Abbiamo venduto l’area per coprire i buchi lasciati dalla precedente amministrazione comunale che ammonta a un milione e mezzo di euro”…
Castro 47 appartamenti comunali per 1400 abitanti. Proporzioni da… Cina. Castro caput mundi delle c…
47 appartamenti comunali su un totale di 1400 abitanti. Proporzioni da… Cina. Ma qui siamo in provincia di Bergamo. Castro. Cuore dell’industria lacustre, ‘patria’ della Lucchini, una volta Ilva.
BERGAMO SACBO. Rossi il “patteggiatore” vola sopra le correnti del Pd e scontenta tutti. Dopo aver …
Matteo Rossi, lo ricordiamo per i distratti, è il nuovo Presidente della Provincia. Zero indennità per lui come per tutti. Ma la rincorsa a quella poltrona è stata affannosa per tutti. Il perché lo si capisce adesso: ci sono le nomine negli “enti partecipati”, vale a dire quelli in cui la Provincia ha delle “azioni” e diritti a mettere i suoi uomini con relativa indennità, anche rilevante. Quindi posti che fanno gola a tutti.
BERGAMO COLPI DI TESTA a Palazzo Frizzoni…
Una nuova rubrica che racconta il retroscena di quello che avviene a Palazzo Frizzoni (la sede del Comune cittadino) e dintorni. In questo caso si racconta di come un ex assessore della passata Giunta di centrodestra, continui a farsi passare come il deus ex machina delle decisioni che in realtà vengono prese dallòa giunta di centrosinistra.
Ma di che anno è questo sabato1
Libro Editore Araberara
“Ma di che anno è questo sabato”
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Aristea Canini e Piero Bonicelli – Ma di che anno è questo sabato?
– edizioni Araberara – Nelle edicole a 14 euro.
Ognuno di noi ha il suo risvolto di copertina, l’altra faccia dell’amore e del dolore. Questo libro nasce da una sorta di contrappasso, Piero Bonicelli è più noto per i suoi scritti, le analisi politiche e di costume e gli editoriali. Aristea Canini per le sue poesie che hanno avuto riconoscimenti nazionali. Il gioco delle parti inverte in questo libro i ruoli, appunto i “risvolti” di quella che non è solo una professione, ma soprattutto una passione, quella di suscitare emozioni. Il lungo rapporto di amicizia con Alda Merini ha consentito ad Araberara, il giornale in cui lavorano entrambi gli autori, di pubblicare negli anni scorsi poesie inedite di Alda. Anche in questo volume, attraverso la cortese e affettuosa amicizia del fratello Ezio Merini, i lettori trovano quattro composizioni inedite della grande poetessa. edizioni Araberara “Infilata qui in redazione, tra un cielo rosso che viene spinto via dal sole che lo inghiotte di luce e le montagne che mi riparano dal cielo che oggi è terso e sembra una di quelle coperte da buttarsi addosso quando c’è voglia di sentire tutti i brividi del mondo. Quei brividi che io e Piero abbiamo messo in un mucchio di fogli che è diventato un libro ‘Ma di che anno è questo sabato?’ e che da sabato 14 dicembre è nelle edicole. E che se lo comprate siamo contenti, e se venite in redazione a prenderlo vi offriamo pure il caffè (senza brioche, magari vi allunghiamo un pezzo di panettone intanto che non sono ancora scaduti) e ci facciamo gli auguri. Perché in fondo ogni libro è come partorire un pezzo di anima che non è carne ma è sempre cuore”.
(Tea)
che urlano scomposti al cielo
il loro orgasmo di foglie,
intravedo quello che voglio
(Tea)
…cento passi e ricevi il sole
sognando fiabe azzurre,
vagabondi nella dolcezza
eretta sul cigno superbo
delle correnti lucide.
(Piero)
“Se vogliamo trovare assonanza o differenza direi che Tea è per la strada, io sono per i sentieri. Questione di età, ovvio. Quando ero piccolo contavano più i sentieri delle strade, che erano dissestate dalla pioggia. Il primo pezzo di asfalto l’ho visto in paese che avevo tre o quattro anni, fine anni quaranta. Arrivava il progresso. Dopo qualche decennio abbiamo ricominciato (io per primo al mio paese, da sindaco fine anni ottanta), a ripavimentare strade e piazze del centro con il porfido e il selciato. Un ritorno sui propri passi (sui propri sassi) e sulla propria storia. Che in fondo è percorsa dagli stessi sentimenti elementari, l’odio e l’amore. Li puoi esprimere col pennino e l’inchiostro o sull’iPad, cambia la forma, ma è lo stesso sentimento di sempre. C’è chi lo esprime in prosa e chi in poesia. Il mondo è cambiato in peggio nella forma, se avessimo la pazienza di sfrondarla, coglieremmo la sostanza umana. Che sfortunatamente è soffocata dalla forma, ma resiste, basta grattare e torna viva. In fondo basta un’emozione per sentirsi ancora vivi. Noi cerchiamo di dare emozioni. C’è gente che nasce con dentro il tarlo dell’impicciarsi dei fatti altrui e poi seguono vocazioni diverse, quella del prete, dell’insegnante, del medico, dell’urbanista, del giornalista. Così io racconto in poesia la mia gente, le sue paturnie, le sue paure, le sue storie a volte improbabili, al punto da rasentare le favole, i suoi difetti che poi sono anche i miei, calati in atmosfere di convivenza, a volte confortante, spesso difficile e fastidiosa: i cortili, le cucine, le osterie, i sentieri, le chiese, le scuole, le stalle ma anche i prati, il fiume, il lago (sono cresciuto in un paese di lago) e la montagna. E dentro questo che può apparire un presepe si muovono le statuine che siamo noi, che hanno sentimenti e risentimenti, amori e odi rancorosi, giustizia e ingiustizia, rimorsi e voglie, fedi e speranze. Questo è un libro di emozioni, quelle che trasmette Tea che racconta i giorni e le notti, la terra e il cielo, sente le stagioni, racconta le storie di gente viva e di gente morta che rivive, guarda oltre la nebbia per sentirsi libera. Il lago, la montagna, la strada, soprattutto la strada che porta oltre e altrove e fa conoscere occhi di persone, ‘l’infinito in una strada da rincorrere’ e percorrere comunque, per vedere se finisce, sapendo che le strade non finiscono mai, cogliendo gli istanti che danno senso alla vita, che sfuggono, che vanno fermati, non fosse che nel sogno. E la nostra fretta che si fa furia ‘gente che corre arraffando roba in offerta come fossimo prossimi alla guerra’. E il sapore e il calore della terra (‘la terra è le mie gambe’, ‘la terra è come me, instabile e piena di fiori e il giorno dopo arida e spoglia’). E le paure (‘sono qui con due chiavi in tasca, quella del coraggio e quella della paura’) che sembrano frantumarsi in certi tramonti che hanno odore di ‘terra bagnata o profumo di birra rossa’. E le voglie che sono come il vento ‘che se ne frega dei vecchi muri’. Questo è un libro in cui ci abbiamo messo dentro la vita”.
(Piero)
Il fisco a Solto Collina: più tasse e meno servizi
A Solto Collina è cambiato l’assessore al bilancio, Tino Consoli ce l’ha messa tutta ed ha trovato… le solite soluzioni: più tasse e meno servizi. I cittadini di Solto si vedono ora mettere le mani nelle tasche per l\’IMU 476.960 euro, la TASI per euro 143.000 (alcuni Comuni meno spendaccioni non l’hanno messa), l’addizionale IRPEF che viene tolta dalla busta paga per euro 80.000 e la TARI per euro 180.000. Davvero niente male, soprattutto se considerate che non si vede nel bilancio l’incasso di 73.020 euro di soldi dei cittadini che, per il mancato rispetto del patto di stabilità il Comune dovrà versare al Capo X dell’entrata del bilancio dello Stato, al capitolo 3509 denominato “versamento delle somme derivanti dall\’applicazione della sanzione di cui all’art. 7 del D.Lgs. n. 149 del 2011”. Insomma spremuti ben bene per pagare l’incapacità di chi amministra. Di contro il nuovo assessore al Bilancio opera alcuni tagli di spesa: meno trasferimenti per la scuola media euro 3.000, meno soldi per la Biblioteca euro 3.000, meno soldi per la Pro Loco euro 5.000, meno soldi per spazzare la neve, meno soldi per le borse di studio e così via. Sul versante delle spese in Conto Capitale invece la sistemazione delle Santelle e le buche prenderanno 70.000 euro, mentre l’abbellimento del Paese con fiori e panchine altri 10.000. Forse e se si riuscirà a vendere la ex sede di Mano Amica per 54.000 euro si potrà fare qualche altro abbellimento. La politica fiscale e gli investimenti del nuovo assessore sono chiarissimi. VIVA SOLTO disapprova, durante la nostra gestione non si erano aumentate le tasse di un solo euro ed avevamo lasciato il Tesoretto che è stato dissipato.
Viva Solto
Giuseppe Cividini
I “vecchi” lascino invecchiare i giovani
Non sono e non voglio essere l’ avvocato difensore di nessuno anche perché sicuramente tutti sono grandi e vaccinati per spiegarsi da soli. Esprimo una mia considerazione che mi pare logica. Ogni “vecchio“ può dire al giovane: io ho fatto mentre tu hai fatto nulla o poco. La risposta, logica, sarà: bravo nonno ma tu mi racconti il vissuto di una vita intera, io è solo da poco che lavoro, lasciami invecchiare quanto te e poi mi giudicherai. Non è equo confrontare 15 o 20 anni di amministrazione con 2 anni. Anche i pomodori richiedono un giusto tempo per maturare. Distinti saluti
Giuseppe Cividini
Quella promenade chiamatela Balconata
Gentile direttore, come ormai a tutti (quantomeno a tutti i bergamaschi) è stato opportunamente reso noto, dal giorno 19 luglio dell’anno di grazia 2014 un documento ufficiale della Repubblica certifica la definitiva ascesa di Lovere all’Olimpo delle mete turistiche nazionali. Al di là dei pur condivisibili entusiasmi di circostanza i loveresi hanno sempre avuto coscienza di vivere in un luogo privilegiato, e come tale sotto molti aspetti assai impegnativo. Ora scettici e detrattori si dovranno considerare serviti e non potranno più eccepire se non su qualche marginale caduta di stile; attenzione che peraltro, a fini onestamente costruttivi, sarebbe molto civile esercitassimo pure noi. Durante la cerimonia di presentazione del francobollo, al quale fanno riferimento le infrascritte note, Camillo Bogoni, presidente della stampa filatelica italiana, ebbe modo di pronunciare un’affermazione che, per quanto apparentemente ovvia, ha un contenuto di profonda verità. Disse, in sintesi: voi che ci vivete, siete ormai assuefatti alla bellezza del luogo, al punto che quasi non la vedete più. Ė come quando uno si alza di notte, e si aggira per casa senza accendere la luce. Lo può fare, perché conosce i suoi appartamenti a tal punto da potersi muovere senza bisogno di “vedere”. E in effetti non vede… SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 8 AGOSTO