Lei è Gesuita, lo studio dell’astronomia ha contribuito ad avvicinarla alla fede? Direi di sì ma è un cammino assai tortuoso diciamo, cioè io l’astronomia l’ho studiata solo dopo essere entrato in seminario. Ho fatto i primi studi in noviziato, i primi studi classici, ho studiato la matematica e dopo di che i Superiori mi hanno mandato a fare un dottorato di astronomia e da quel momento ho studiato teologia, sono stato ordinato sacerdote e dico questa breve biografa per spiegare che sono andato avanti con le scienze, con gli studi filosofici e teologici e finalmente alla fine mi sono dedicato, tramite i superiori, a una vita da scienziato cioè a proseguire con la ricerca astronomica, l’insegnamento di astronomia nell’università, ho dedicato tutta la mia vita a quello. Perché un Gesuita, un uomo della Chiesa cerca o ricerca
Dio attraverso l’universo? Direi che devo distinguere un po’. Prima di tutto non è che ho cercato Dio attraverso l’universo, senza dubbio dopo aver studiato l’universo, essendo un uomo di fede, mi chiedo sempre se l’universo che conosco io come scienziato è un mio credo che Dio ha creato questo universo, io sono portato a mettere insieme queste cose. Allora mi chiedo: il Dio creatore… che tipo di Dio è quel creatore, che ha creato un mondo tale come lo conosco io da scienziato e quel mondo, non solo ha 14 miliardi di anni, ma comprende 10 mila miliardi di miliardi di stelle: non è solo quello che mi sbalordisce un po’, ma il fatto che questo mondo è fertile, è in espansione, si sta evolvendo, ha in sé un dinamismo, una creatività. Allora mi chiedo: questo mondo che conosco da scienziato che tipo di Dio lo ha creato? E’ un Dio meraviglioso cioè è un Dio che non ha voluto creare una lavatrice, una macchina da scrivere, un computer, un’automobile, ha creato un universo che contiene in sé un certo indeterminismo, un certo dinamismo, se vogliamo una certa creatività tramite l’evoluzione cosmologica, fisica, chimica e finalmente biologica, è un Dio che ha lasciato andare anziché predeterminare tutto l’universo, è un Dio grande. Questo crea ovviamente altre domande.
Dio è onnipotente? Dio è onnisciente? Si, ci credo, ma il significato di onnipotente, di onnisciente non è quello di una volta, cioè della filosofia classica diciamo, bisogna ripensare ai concetti teologici di fronte alle scienze moderne. Il Signore ha detto nel vangelo “Beato chi crede senza vedere”. Lei cosa risponde a questa domanda? E’ la più bella beatitudine questa, per me, cioè beati coloro che credono senza aver visto, perché per me è un concetto personale, per me la fede è un dono di Dio, io sto molto dalla parte di Sant’Agostino quando nelle Confessioni ha detto una cosa simile “Dio ti ho cercato per tutte le strade, per tutti i crocevia, giorno e notte ti ho cercato e ti ho trovato solo quando sono venuto a riconoscere che sei tu che mi hai trovato, cioè che la fede è un dono di Dio non un dono qualsiasi, è l’amore di Dio stesso, che lui ha voluto dare a me. Sapendo questo ovviamente quella beatitudine “Beato chi crede senza vedere” perché vedere non serve, solo dopo aver accettato quel dono di Dio, dell’amore di Dio stesso, comincio a ragionare un po’, a cercare un po’ nel mondo qualche base ragionevole per accettare questo dono di Dio, ma questo modo di cercare è secondario per me, è importante perché non sono ingannato da Dio, la mia ragione quando ripenso a quel dono di Dio, quel mio ragionamento, mi rinforza nell’accogliere quel dono, ma nessun ragionamento né scientifico né filosofico… sicuramente seguo San Tommaso d’Aquino. Il ragionamento umano per le cinque vie di San Tommaso d’Aquino mi porta a un Dio “diciamo” dei filosofi, ma non è quello il Dio della fede che si è dato a me, è un Dio che arriva alla fine di un processo di ragionamento, di filosofa, è un Dio per dire filosofico, ovviamente è lo stesso Dio, ma non sono mai arrivato al Dio della fede tramite un processo ragionevole.
Magari sbaglio in qualcosa comunque la Bibbia identifica la data della creazione in poche migliaia di anni fa, ma è chiaramente provato da voi astronomi che l’inizio è assai lontano, si presume 14 miliardi di anni fa… Confrontiamo le Sacre Scritture del genere con le nostre conoscenze scientifiche; in questo confronto bisogna rispettare sia la sacra scrittura sia la metodologia scientifica, le scienze, e sono diverse, la cultura umana è vasta: arte, musica, giochi, letteratura, scienza, religione cioè la cultura umana è vasta, bisogna rispettare in qualsiasi conversazione, in qualsiasi incontro, in questo caso bisogna rispettare cos’è la “Sacra Scrittura”: sono libri sacri, composti da migliaia di autori di diverse culture da 5.000 anni avanti Cristo diciamo dal tempo dei patriarchi, sino a dopo Cristo, a 200 anni dopo Cristo, vangelo di Giovanni è l’ultima parte nella sacra scrittura. Su quell’arco di tempo i nostri antenati, realizzando di essere un popolo prescelto da Dio, hanno cominciato a pensare di scrivere su Dio, ma non hanno scritto nessuna frase scientifica perché, la scienza moderna non esisteva, la scienza moderna che pratico io venne nel secolo XVIXVII. Quando confrontiamo prendiamo un caso specifico, “La Genesi”. Parla di Dio che ha creato il mondo in sei giorni e si è riposato il settimo giorno. Dalla scienza moderna sappiamo che il mondo ha 14 miliardi di anni, c’è un confitto qui? Ovviamente no, perché Genesi non presenta la scienza, presenta una bellissima storia e le storie insegnano, non solo la scienza insegna, anche le storie insegnano. Cosa insegna la Genesi? Per me la Genesi insegna, che questo popolo prescelto da Dio dopo essere stato liberato dall’Egitto e dalla schiavitù, e tornato al paese scelto per lui da Dio, ha cominciato con la vita tranquilla a pensare al fatto che quel Dio che lo aveva liberato dalla schiavitù e lo aveva scelto come il suo popolo prediletto, lo stesso Dio avrà creato il mondo, perché è un Dio grande, avrà creato tutto quello intorno a noi, ma noi siamo gente un po’ particolare, siamo gente prescelta da Dio e allora quando Dio avrà creato il mondo facciamo questa storia, facciamo un teatrino, c’è il palcoscenico, allora il primo giorno Dio ha avuto bisogno di luce, allora il primo giorno crea la luce, dopo un po’ di terra, un po’ di acqua, un po’ di piante, serpenti e un po’ di animali e dopo aver fatto tutto questo bel palco appare la persona umana, Adamo e Eva.
E’ una bellissima storia che parla della centralità vista da quegli attori, la centralità dell’essere umano nella creazione, così come la vedevano loro. E’ una bellissima storia e ci insegna tanto, ma se dovessimo prendere questa storia come scienza c’è un sacco di problemi, primo, la luce di quel primo giorno da dove veniva? Perché tutta la luce che conosciamo noi scienziati viene dalle stelle. Le stelle furono create da Dio: sole, luna e le stelle il quarto giorno, allora c’è subito un confitto, come mai la luce subito il primo giorno, quando le sorgenti della luce furono create il quarto giorno? Cioè come ragionamento scientifico, non centrava niente nella mentalità di quegli autori. Loro volevano darci una bellissima storia, che parla della centralità della persona umana in tutta la creazione di Dio, ancora un Dio grandissimo per loro, è solo che lui li ha liberati dall’Egitto, li ha amati, li ha messi al centro di tutta la sua creazione. Un bellissimo concetto, ma non un concetto scientifico. Si è scoperta la data del Big Bang, ma prima cosa c’era? Mi viene anche questa domanda perché io conosco Ernesto Cardenal il quale nel suo libro “Il cantico cosmico” dice: nel principio non c’era niente, né spazio né tempo. E’ un concetto scientifico, parlando da scienziato, l’universo nel Big Bang aveva suo inizio.
Da quel momento di inizio, diciamo tempo zero, furono creati, fu creata la struttura, la struttura ha spazio temporale, cioè lo spazio e il tempo sono relazionati fra loro. Ma è il fatto che non esisteva un prima, un dove, perché prima del Big Bang non ha senso, perché la nostra immaginazione è quella, cosa c’era prima, prima dell’inizio non c’era un prima, non c’era tempo. Allora la domanda non ha senso, perché il significato di tempo inizia con l’universo e l’universo si espande con una struttura spaziotemporale e in che cosa espandeva l’universo e in che spazio? Non c’è spazio al di là.
Lo spazio, si crea man mano che l’universo si espande, se vogliamo è un modo di parlare. Ancora Sant Agostino, lui sapeva questo, che il tempo iniziava con l’universo, ma quando gli hanno chiesto cosa faceva Dio prima di creare il mondo, (la risposta di Sant Agostino è una bella risposta), lui ha detto: Dio prima di creare il mondo stava creando l’inferno per coloro che fanno domande del genere. E’ una bella battuta per dire che quella domanda è contraddittoria, non ha senso. Lei ha detto che l’uomo rappresenta l’elemento in cui la materia prende coscienza. Mi può sviluppare questo pensiero? Per andare un po’ indietro, sappiamo bene, dagli studi moderni, dalla cosmologia e dallo sviluppo dell’universo, che la persona umana, la vita, l’origine della vita, richiedeva 12 miliardi di anni prima di poter iniziare perché ci volevano tre generazioni di stelle per creare gli elementi chimici per la vita, per aver le sostanze chimiche per la vita ci volevano tre generazioni di stelle, perché le stelle man mano che nascono e muoiono buttano nell’universo sostanze chimiche e man mano che passiamo da una generazione all’altra, gli elementi chimici passano da elementi leggeri a più pesanti, dall’idrogeno all’elio, al carbonio, all’azoto e finalmente al ferro. Noi siamo nati dalle stelle, con un senso molto significativo per me, perché tutta la chimica che costruisce l’essere umano è avvenuta tramite le stelle, siamo nati dalle stelle in quel senso. Per tornare alla domanda: come persone umane, in quel senso, da quello che sappiamo, da quello sviluppo, da quella evoluzione dell’universo, siamo venuti ad avere un cervello, tramite quella complessità chimica, cioè col passare degli anni elementi sempre più pesanti e combinazioni chimiche sempre più complesse finchè siamo arrivati al cervello umano.
A quel punto è successa una cosa meravigliosa, la coscienza umana, cioè noi tramite la scienza moderna abbiamo la capacità di mettere l’universo nella nostra testa e di studiarlo, perché tramite le scienze, la legge della gravità che uso quando mi peso sulla bilancia nel bagno, è la stessa legge di gravità che uso quando misuro la massa di quella galassia che dista 10 miliardi di anni luce. Stessa legge: allora la coscienza umana è arrivata al punto che noi siamo coscienti di conoscere, io adesso sto riflettendo su quello che conosco come scienziato, ripensandolo, e sono cosciente di essere un ego, sono io, che riconosco altri ego altrove che comunicano con me.
L’unica esitazione è questa: siamo gli unici esseri coscienti nell’universo? E quanto sappiamo? Siamo ignoranti? Ci sono esseri intelligenti, coscienti, altrove, nell’universo? Non sappiamo, non abbiamo nessuna traccia pro o contro la vita altrove, e non vita intelligente… per adesso abbiamo questo gran privilegio di essere persone coscienti, ed è una bellissima capacità. Secondo lei l’uomo è o non è speciale nel creato? Sa perché dico questo? Quando ero piccolo come studente ci dicevano nel catechismo: i minerali, i vegetali, gli animali e l’uomo sono messi su una scala di privilegi, Questo è il concetto, questa la domanda: siamo privilegiati in questo mondo, siamo “SPECIALI” ? Io sono un po’ cauto sul fatto che siamo esseri “speciali”, in un certo senso è proprio vero, a confronto su tutte le creature che conosciamo sulla superficie della terra sembra, a noi, di essere speciali, tramite la coscienza, la capacità di comunicare, di organizzarci in diversi tipi di società ecc. La tecnologia avanzata tramite la capacità della persona umana… Senz’altro parlando così siamo speciali, ma io un po’ di cautela di fronte all’universo intero l’avrei, perché, come dicevo ieri, in quella conferenza, in quel bellissimo film che hai fatto, ed io ho chiesto, ma chi ti ha detto che siamo speciali? Volevo dire questo ma siamo più ignoranti che consapevoli dell’universo intero ed è per quello che dico: non posso invitare né il creatore dell’universo Dio, né l’universo stesso ad accettarci come esseri speciali, forse siamo, forse non siamo speciali ed infatti è ben possibile, se c’è la vita altrove, se c’è è molto più sviluppata della nostra civiltà, solo considerando i tempi per la vita sulla terra, sono pochissimi gli anni della civiltà umana in confronto con l’età di tutto l’universo, allora se ci dovesse essere la vita, è ben possibile con quelle condizioni, e se ci dovesse essere la vita è ben possibile che sia più sviluppata, più speciali di noi stessi. Insomma siamo speciali in quel senso, con un po’ di riserva, diciamo. Lei è un uomo di fede, è un Gesuita: qual’è la sua opinione sugli esseri umani che non credono nell’esistenza di Dio? Io ho avuto delle conversazioni di questo tipo.
Ho sempre detto, nel confronto con uno scienziato collega ateo, ho sempre insistito che la mia fede è un dono di Dio, come dicevo prima, Dio mi ha amato, io cerco ogni giorno di accettare quel dono e di farlo fruttare, di farlo arricchire ma è un dono di Dio. E’ lui, l’interlocutore, che chiede, ma perché Dio non mi ha dato quel dono, perché a te e non a me? Ovviamente a questa domanda come rispondere… Non sono io Dio, io non posso dire perché Dio avrà fatto così o così, l’unica risposta che ho provato a dire, con tutta sincerità ed onesta, è che Dio ti ha dato quel dono, ma è un dono preziosissimo e a volte uno non riconosce quel dono. Ognuno ha il suo cammino nella vita, qualcuno deve prendere più tempo, deve vivere ancora in diverse circostanze prima di riconoscere quel dono già dato e in un certo senso ricevuto, ma non ancora maturo, non riconosciuto. O un’altra risposta sarebbe: un bel giorno Dio ti darà quel dono perché Dio ama tutti senza riserva, un bel giorno riceverai quel dono.
E’ la miglior risposta che posso dare io, forse l’unica: è un dono di Dio già dato o che sarà dato a tutte le persone. Mi viene da dire, io sono spesso nelle guerre, nei disagi, nelle sofferenze, allora mi chiedo perché Dio mi ha fatto nascere qui in Italia, mentre in Iraq quel povero sta soffrendo, o quei bambini in Congo, o in Nigeria o in AfghaGEORGE COYNE, GESUITA, ASTRONOMO “Noi siamo figli delle stelle…” nistan, perché io ho questo privilegio in rapporto agli altri? Primo non c’è una risposta, è un mistero sino ad ora nascosto nel cuore di Dio stesso. Ma qualcosa possiamo tentare di dire, il vangelo ci dice: se un seme non cade in terra e muore non avremo una raccolta l’anno prossimo, cioè la morte e la vita sono dappertutto, nelle nostre esperienze, le sofferenze, le gioie, sono dappertutto. Ed in più possiamo dire, per esempio, il terremoto che ha creato tante sofferenze: perché a quella gente e non altrove come dicevi tu? Posso solo rispondere che un albero bisogna che ci sia altrimenti la superfcie della terra non sarebbe abitabile, è un modo di trasferire il calore da una parte della terra a un’altra, per rendere omogenea la distribuzione della temperatura, del calore. Allora è necessario, se non esistesse la superfcie della terra non sarebbe abitabile, si alzerebbe tanto qua e meno là, certi effetti del genere bisogna che ci siano, è la natura della natura che richiede quello. Uno potrebbe dire, ma perché Dio ha creato una natura del genere e avanti così e non finisce più ed io non posso rispondere per Dio. Cioè un male cosiddetto fisico è una cosa diversa rispetto ad un male morale creato da noi persone, dalla nostra libertà. Siamo liberi di fare del bene o del male e se non siamo liberi non possiamo amare.
L’amore è un atto di profonda libertà. Pensa che è positivo che la credenza di Dio sia organizzata in religione, in una istituzione che abbia come conseguenza la classificazione, la separazione, la divisione e l’odio tra gli esseri umani? Per me Dio non ha voluto creare queste spaccature fra gli uomini fra sette e credenze diverse, tra diverse religioni. Siamo noi uomini che ci siamo frammentati in diverse religioni, non è voluto da Dio, bisogna cercare di trovare la verità dove sta e un po’ di verità sta in tutte le religioni. Di più è difficile dire, solo che siamo noi uomini che abbiamo fratturato il credere in Dio.
Crede nella teoria dell’evoluzione di Darwin? In una conferenza ha detto, ha fatto il rapporto di un orologio spiegando in quale tempo siamo adesso. Primo non è un credo, è una spiegazione scientifica l’evoluzione di Darwin, non è proprio giusto dire credo o non credo, non è un fatto di credere o non credere. E’ la migliore spiegazione fino ad oggi di tutti i fatti che abbiamo potuto raccogliere noi scienziati. Chi ha una spiegazione migliore, scientifica, dico scientifica, non religiosa, filosofica, ma scientifica, è pregato di darcela, perchè noi scienziati siamo aperti a qualsiasi soluzione scientifica…
E allora dico questo: è la migliore spiegazione, l’evoluzione Darwinista. Come un calendario dell’evoluzione è facile da fare se dovessimo mettere tutta l’età dell’universo, 14 miliardi di anni e mettiamolo come fosse un giorno. Ovviamente per poter comprendere un po’, facciamo che il primo gennaio è il Big Bang, il 25 dicembre, giorno di Natale, sono nati i dinosauri, ma vivevano solo 5 giorni, morivano il 30 dicembre, l’ultimo giorno di questo anno che rappresenta l’età intera dell’universo è interessante: gli esseri umani sono venuti 5 minuti prima di mezzanotte, prima della fine dell’anno, Gesù Cristo è nato 5 secondi prima della fine dell’anno e Galileo, con la nascita della scienza moderna, 2 secondi prima della fine dell’anno. Dico questo perché l’età dell’universo è tanto grande che è difficile per noi comprendere quanto grande sia in confronto con le nostre esperienze umane. Noi scienziati stiamo studiando un universo che ha l’età di un anno e lo stiamo studiamo da 2 secondi, se c’è un po’ di ignoranza scientifca, dateci un altro secondo per studiare. E poi dobbiamo essere più modesti con i nostri credi religiosi. Gesù Cristo cinque secondi fa è nato in questo anno e perciò tutte le nostre credenze, Islam, Buddismo eccetera, si spostano un po’ in questo calendario. Ma dobbiamo riconoscere che la sacra scrittura, tutte le tradizioni ecclesiastiche, risalgono a… 5 secondi fa. Lei adesso ha fatto il discorso del tempo, quanto tempo avremo davanti adesso che abbiamo pensato al passato? Noi esseri umani? E’ difficile dirlo, ma l’universo è un’infnità perché si sta espandendo e si espanderà per sempre. Quindi non si consuma ma si espande? Si espande fino a che non si raffredderà allo zero assoluto. Un mondo molto molto molto freddo… Ma sempre in espansione Quindi arriverà quasi in eterno? Si sì, avrà delle nane bianche, stelle a neutroni, cioè materia morta senza nessun movimento. Ma si espande? Si, va bene Giorgio speriamo che serva… Certo che serve!